giovedì 26 marzo 2009

Lo scatenato Cunego

Due vittorie nella Settimana Internazionale Coppi&Bartali

Ed ecco un altro pretendente al Giro del Centenario, fino a Lunedì mai visto. Poi, ieri, nella tappa con l’arrivo a Faenza, ha subito rotto il ghiaccio (era la sua prima corsa) sconfiggendo in volata il venezuelano Josè Serpa. E’ apparsoin forma e oggi, nella tappa con arrivo a Serramazzoni, ha dovuto vedersela con un big degli ultimi Tour, Cadel Evans. Insieme all’australiano ha fatto la selezione e in prossimità dell’arrivo il veronese ha dimostrato per la seconda volta la sua superiorità negli arrivi a due. In un colpo solo ha afferrato tappa, primato in classifica e la speciale classifica a punti. Sicuramente un segnale positivo in vista della corsa rosa. Fino ad ora, nonostante abbia corso meno giorni dei rivali, il capitano della Lampre si è dimostrato più incisivo. Qualcuno dice “troppo in forma” e in effetti il suo stato attuale è visibilmente ottimo ed è quasi sicuro che sarà tra i protagonisti delle classiche del Nord.
Intanto, in parallelo con Cunego, anche il chiacchierato Valverde ha vinto la sua prima corsa stagionale, nella Vuelta Castilla y Leon, regolando nella tappa di ieri un gruppo di diverse unità. Lo spagnolo sarà tra i maggiori favoriti della Grand Boucle quando arriverà l’Estate e per il momento non sembra aver accusato le pressioni del Coni.

mercoledì 25 marzo 2009

Itinerario #1# Passo San Boldo

Primo post dedicato agli itinerari ciclistici, rubrica che parlerà prevalentemente di luoghi dove è possibile fare escursioni ciclistiche (e non).
Si comincia con il Passo San Boldo, salita composta da due versanti, il primo e più difficile appartenente alla provincia di Treviso, il secondo più collinare della provincia di Belluno.
La strada fu costruita nell’Inverno del 1917-18 sotto ordine degli austriaci, con l’aiuto della popolazione locale. Viene chiamata la strada dei cento giorni proprio perché fu realizzata in cento giorni con il lavoro dei prigionieri russi e delle donne di Tovena. Presenta ancora oggi, negli ultimi due chilometri, i caratteristici tornanti in galleria, oggi resi a senso unico alternato grazie ai due semafori.
Il versante più famoso è quello trevisano e che inizia dal paese di Tovena. Si può arrivare da diverse direzioni, dalla parte di Vittorio Veneto, da Conegliano o da Valdobbiadene, a seconda della preferenza. Arrivati a Tovena ci apparirà da lontano una gola dove si può già intravedere la strada che si arrampica tra la fauna e le rocce delle montagne.
La cima del passo misura 706 metri e proprio per questo motivo è accessibile anche nelle stagioni meno calde. In quasi sei chilometri il dislivello è di 451 metri per una pendenza media del 7,5%.
Passato Tovena si pedala su una strada dritta e in leggero falsopiano, non ce ne accorgiamo ma la salita è già cominciata. Cominciano poi i numerosi tornanti numerati (sono diciotto) ma la strada rimane pedalabile per almeno due chilometri. Le pendenze si faranno cattive solo dopo il secondo chilometro e raggiungono l’apice specialmente nell’ultimo chilometro (mai sotto il 10%) dove incontreremo diverse gallerie scavate nella roccia. Nonostante ciò, grazie alla moltitudine di tornanti, si può spesso rilanciare l’andatura.
Per quanto riguarda il tratto da Trichiana, la situazione e il panorama sono completamente diversi. La salita da questo versante è più lunga (misura 10 km contando anche il tratto in discesa), ma le pendenze sono più facili.
La strada è sempre pedalabile e non supera mai il 6% di pendenza. Arrivati a Sant’Antonio di Tortal si scende per un chilometro prima di ricominciare a salire nei restanti quattro chilometri di salita. In questo settore il panorama è sicuramente aperto e la strada alterna tratti boscosi a prati e colline. La carreggiata è più larga rispetto al versante di Tovena e la media facilità può permettere a chiunque di raggiungere la cima del passo.
Piccola nota, entrambe le parti presentano discese pericolose e con diverse insidie, la stessa discesa che scende a Trichiana sembrerebbe sicura ma nasconde alcune curve nascoste da non prendere alla leggera.
Per finire, è un passo che può essere scalato in ogni stagione nonchè punto strategico di collegamento fra le due province del Veneto.

lunedì 23 marzo 2009

Armstrong, a rischio il Giro

In seguito ad una caduta avuta quest’oggi nella prima tappa della Vuelta Castilla y Leon, Lance Armstrong ha riportato una frattura alla clavicola destra. Adesso la stagione si fa difficile, saltati quasi sicuramente gli appuntamenti delle prossime tre, quattro settimane, l’americano potrebbe anche non prendere il via al Giro del Trentino e di conseguenza non poter essere in condizioni decenti per poter partecipare al Giro del Centenario che si svolgerà a Maggio.
Doveva essere il Giro delle celebrità ma in pochi giorni la sventura è caduta sulla corsa rosa. Prima il virus di Ballan, ora la clavicola destra di Armstrong e in meno di una settimana due grandi protagonisti si ritrovano a piedi.
Oltre sei mesi di parole buttate al vento? Oggi sembrerebbe di si. La sfida tanto attesa fra Basso ed Armstrong da ora non ha più senso di esistere dal momento che l’infortunio del texano, ben che vada, non consentirà a quest’ultimo di prepararsi in vista della corsa rosa con la dovuta cura per poter essere della partita.
Brutto colpo per Zomegnan, per la Gazzetta, per l’Astana, per Livestrong e tutto ciò che c’è intorno all’industria Armstrong. Brutto colpo anche per quegli appassionati che finalmente potevano vederlo correre nelle strade d’Italia. Ma qualcuno, né sono sicuro, dopo la notizia starà pensando in grande, fuori Armstrong, di fatto, il Giro appare decisamente più aperto, ma al tempo stesso, meno attraente.

sabato 21 marzo 2009

Do you speak English?

Una centesima edizione che parla inglese, dopo due edizioni che avevano visto le vittorie di Freire Gomez nel 2007 e Cancellara nel 2008. Questi due non ci sono ma probabilmente con questo finale non è detto che avrebbero creato problemi a Mark Cavendish, il velocista del momento ma soprattutto del futuro. Battuti i diretti rivali usando anche l’astuzia. Era partito il tedesco Haussler, ma Cavendish ha dato sfogo ad una rimonta al cardiopalma. Per vedere chi aveva vinto, si è dovuto ricorrere al fotofinish. Niente Italia neanche quest’anno, l’ultimo fu Filippo Pozzato, oggi in azione sul Poggio, senza successo.
Ma io la Sanremo non l’ho vista, quando sono ritornato a casa dal consueto giro del Sabato pomeriggio, “er Bulba” salutava signore e signori. Un’altra Sanremo era persa.

giovedì 19 marzo 2009

Sanremo che vieni, Milano che vai

Un Sabato di qualche anno fa si sarebbe aperta la consueta e bellissima Coppa del Mondo. Oggi, invece, il tutto viene generalizzato, la Milano-Sanremo, come del resto la Paris-Roubaix, è denominata corsa storica.
Andiamo ad analizzare il percorso. Prima di tutto, chilometraggio sconvolgente se pensiamo che è Marzo. 298 chilometri, anche se per la maggior parte in pianura, si fanno sempre sentire. Si parte da Milano, poi Pavia, si scende sino a Campo Ligure, qui si scala il Passo del Turchino dalla parte più breve e si scende verso Varazze e Savona. Arrivati circa al duecentesimo chilometro comincia la salita delle Manie e qui qualcuno potrebbe anche lasciarci le piume. Si proseguirà per Albenga, Alassio prima di iniziare gli ultimi cinquanta chilometri, pieni di insidie. Cominciano i tre “capi”, Capo Mele, Capo Cervo, Capo Berta, mai decisivi, quindi Imperia e la scalata della Cipressa. La corsa, se resa dura, a quel punto potrebbe perdere alcuni uomini di spicco. L’ultima insidia prima di Sanremo è come di consueto il Poggio che molte volte rappresenta l’illusione di un finale diverso.
Favoriti principali sono Petacchi, Bennati e Boonen, tutti e tre hanno dimostrato di tenere bene nelle salite della Tirreno, quindi saranno i primi nemici da non portare allo sprint, se si vuole vincere. Manca il vincitore della Parigi-Nizza il quale poteva sfruttare le sue doti da discesista. Peggio per lui. Mancano Ballan e Cancellara per motivi di salute ma ci sono Scarponi e Rebellin, oltre a Pozzato, l’ultimo degli italiani ad alzare le braccia al cielo in quel di San Remo.
La città dei fiori è pronta, dopo il Festival della canzone italiana, Sabato ci sarà quello del ciclismo internazionale. Si assapora già aria di Primavera ed è proprio questa classica a dare il benvenuto alla nuova stagione primaverile.
Dopo sette anni ritorna Lance Armstrong, giusto per dovere di cronaca andava scritto. L’americano ha già detto che lui e la sua squadra non hanno possibilità alcuna di vittoria. Qualcuno, anni fa avrebbe detto “Non è la mia corsa ma provo a vincerla lo stesso”. La fantasia ha spesso ripagato.

martedì 17 marzo 2009

Tirreno-Adriatico: vince Scarponi

Riparte da qui la carriera di Michele Scarponi, quasi trentenne e fino a qualche anno fa visto da molti come uno scalatore che avrebbe potuto sicuramente togliersi delle grandi soddisfazioni.
Molti piazzamenti nelle classiche e qualche vittoria in alcune corse italiane, prima di essere sospeso per diciotto mesi mentre militava nella Liberty Seguros. Ritornato nell’Agosto di un anno fa con la Diquigiovanni, Scarponi sembra finalmente un corridore maturato. Alla Tirreno-Adriatico parte come seconda punta al fianco di Davide Rebellin. Tiene botta a Montelupone, corre una cronometro straordinaria, ritrovandosi in una posizione strategica per creare l’assalto. La tappa odierna con il Sasso Tetto ha fatto il resto.
Primo a muoversi nell’aspra salita Danilo Di Luca, lo segue proprio Scarponi, quindi Ivan Basso, fino ad ora un po’ in sordina. Il varesino crea lo scompiglio generale insieme al compagno di squadra Nibali, fatto fuori più tardi causa una crisi di fame. Rimangono davanti in tre, Scarponi, Basso e Garzelli e tutto si risolve all’arrivo quando l’uomo Diquigiovanni allunga e anticipa nell’ordine Garzelli e Basso. Staccato di oltre un minuto Andreas Kloden che ha perso tutto il vantaggio accumulato nella cronometro di Macerata. E’ la vittoria più importante di carriera.
Domani passerella finale.

Le mie opinioni sui big del futuro Giro:

Ivan Basso: lo hanno criticato dopo la cronometro di Macerata dicendo che aveva deluso. Risponde l'indomani a Camerino condizionando la classifica finale della corsa dei due mari. Per lui un quinto posto finale più che positivo.

Danilo Di Luca: viene respinto dalla cronometro di Macerata ma nelle tappe nervose è sempre nelle prime posizioni. Il quattordicesimo posto finale non gli rende giustizia.

Gilberto Simoni: in un percorso non certo per scalatori, si limita ad aiutare i compagni di squadra. Da rivedere.

Stefano Garzelli: non è più ai livelli di otto anni fa ma comunque ha dimostrato di saper ancora farsi valere nei giri brevi e nelle frazioni nervose. Per poco non vinceva la tappa. Al Giro sarà sicuramente protagonista nelle tappe di media montagna.

lunedì 16 marzo 2009

Luis Leon Sanchez

Vincitore della Parigi-Nizza fronteggiandosi con gente come Contador, Franck Schleck, Cadel Evans, Colom, Chavanel e altri, lo spagnolo si candida per il futuro come un possibile protagonista nel palcoscenico internazionale e non.
Venticinque anni e professionista dal 2004, Leon Sanchez fa parte della nuova generazione e va considerato sicuramente un corridore che può solo migliorarsi nelle stagioni future.
La sua carriera comincia nella discussa Liberty Seguros dove ha corso fino al 2006, anno in cui vinse la classifica giovani della Parigi-Nizza. Fu un primo segnale.
Nel 2007 è passato alla Caisse d’Epargne, in seguito al collasso della Liberty (causa Operacion Puerto) e qui ha continuato a mettere le basi, al fianco di uno dei nomi più famosi del ciclismo, Alejandro Valverde.
Ed è proprio alla Parigi-Nizza che il nostro comincia a farsi conoscere, vincendo la 6° tappa e arrivando terzo nella classifica finale.
Forte a cronometro e sicuramente non fermo nelle salite, Leon Sanchez viene spesso citato nelle telecronache del 2008 come una promessa del movimento spagnolo.
Alla Parigi-Nizza dello scorso anno vince la 7° tappa e si piazza quinto nella classifica finale, a Giugno vince il campionato nazionale a cronometro, quindi si impone nella 7° tappa del Tour de France.
Per ora molto lontano dalle classifiche dei grandi giri, Leon Sanchez ha fatto capire di essere molto adatto nei giri brevi, è recente il successo al Giro del Mediterraneo.
In questi giorni, alla Parigi-Nizza è stato sicuramente fortunato e capace nello sfruttare la crisi del connazionale Contador. Molto forte in discesa, potrebbe fare un pensierino in merito alla Milano-Sanremo oltre che in altri giri brevi nei prossimi mesi. E la Spagna trovò un nuovo protagonista...

domenica 15 marzo 2009

Tirreno: tedesco di Germania

E’ una di quelle Domeniche dove il tempo e la temperatura sarebbero buone ma le fatiche del giorno prima si fanno sentire. Così verso le quattro pomeridiane mi sono messo a guardare Rai Sport per sorbirmi oltre un’ora di ciclismo. Si aprono i battenti con la cronometro di Macerata. Ieri avevo lanciato due nomi, Nibali e Kloden. Uno l’ho beccato, il tedesco. Ex gregario di Ullrich, ex grande promessa del ciclismo tedesco, passerà alla storia come uno dei tanti capitani delle corrazzate ciclistiche. Era una delle tante punte alla T-Mobile ed è una delle tante punte anche all’Astana, con l’unica differenza che funge spesso da gregario. Ma visto che alla Tirreno-Adriatico mancano praticamente tutti i capitani della squadra “kazaka”, Andreas Kloden si è finalmente ritrovato a fare da unico capitano. Sfruttando le sue ottime doti di cronoman ha sbaragliato la maggioranza degli avversari andando a prendere la sua prima vittoria nella corsa dei due mari.
Secondo è arrivato il belga dalle belle speranze, Devolder, distanziato di venti secondi, terza piazza per la promessa della scandinavia, Thomas Lovkist paga 21” e si ritrova secondo nella generale a 6” dal tedesco. Grande prestazione di Scarponi, partito come aiutante di Rebellin, dopo la cronometro odierna si ritrova terzo in classifica a 21” e con tutte le caratteristiche essenziali per recuperare.
Bene Garzelli che paga 41” e si ritrova con lo stesso distacco anche in classifica generale mentre Vincenzo Nibali non è autore di una brillante prestazione, per lui un ritardo di 1’07”, meglio del compagno di squadra Ivan Basso, distanziato di 1’14”. Naufraga Danilo Di Luca che esce dai giochi (ha pagato due minuti e mezzo), molto indietro anche l’ex leader di classifica Rodriguez Oliver. Come prevedibile, la cronometro ha deciso molte cose. Domani arrivo a Camerino con una salita lunga e insidiosa a quaranta chilometri dal traguardo. Chi vuole ribaltare la situazione può solo fare una cosa: attaccare.

sabato 14 marzo 2009

Parigi-Nizza: la crisi

Luis Leon Sanchez stana Contador!

Colpo di scena alla Parigi-Nizza. Ieri avevo scritto che a scanso di cadute, Contador avrebbe sicuramente vinto la corsa francese. Ma nel ciclismo nulla è mai scritto e Contador non è certo una macchina. Nella salita finale attacca Luis Leon Sanchez e Contador, inaspettatamente crolla. Questo è il ciclismo che ci piace, il ciclismo delle cotte e dei ribaltamenti di classifica. In una tappa insidiosa, l’astro nascente Leon Sanchez fa il vuoto e risponde per le rime al capitano dell’Astana, che paga le fatiche del giorno precedente lasciando sulla strada quasi tre minuti scivolando da primo a quarto nella generale, a 1’50”, difficili da recuperare.
Una vittoria creata soprattutto in discesa, quella di Leon Sanchez che tutto solo ha anticipato di 49” Antonio Colom e Franck Schleck. Quarto Chavanel che sale al secondo posto nella generale a 1’09” dallo scatenato “leon”.
Domani ancora salite, tre per la precisione. Chi oggi ha tirato, domani potrebbe accusare. Una cosa è certe, la Spagna domina…

Tirreno-Adriatico: Montelupone

Nel muro finale, Rodriguez Oliver



La Tirreno-Adriatico prosegue. Dopo tre tappe per velocisti, oggi l’arrivo a Montelupone, primo test per chi punta alla corsa dei due mari.
La Diquigiovanni corre da padrona con Scarponi e Simoni in appoggio a Rebellin. Simoni fa la selezione, Rebellin il resto, seppur non trovando la vittoria di tappa. A vincere è l’ennesimo spagnolo, Joachin Rodriguez Oliver che stacca tutti a 700 metri dall’arrivo andando a braccia alzate verso la vittoria. A 6” il sempreverde Rebellin, terzo lo svedese Lovkist a 10”, bravo Di Luca, quarto a 14”.
Sorpresa anche per quanto concerne El Fares, leader fino a questa mattina della classifica generale, ha saputo farsi valere arrivando sesto a 21”. Nel gruppo di El Fares anche Garzelli, Nibali e Kloden mentre Ivan Basso ha concluso dodicesimo a 32” dal vincitore. Sfortunato Andy Schleck, attardato causa un problema meccanico ad inizio asperità.
La classifica cambia volto, Rodriguez Oliver conquista tappa e maglia scavalcando di 6” El Fares. Ma incombe la cronometro di Macerata, li qualcuno potrebbe perdere molto. Favoriti? Nibali e Kloden su tutti, sono i cronoman meglio piazzati in classifica e il loro ritardo potrebbe essere recuperato con i dovuti interessi.

venerdì 13 marzo 2009

Roi de la Montagne

Stravinto il cronoprologo, all’attacco nella tappa di Martedì e dominatore assoluto dell’arrivo in salita di oggi. Contador ha così ipotecato una Parigi-Nizza che a due giorni dal termine è praticamente chiusa.
Troppo forte per gli avversari quando la strada sale, ma forse mancavano veri scalatori in grado di tenere quantomeno testa all’ultimo vincitore del Giro d’Italia.
Oggi sembrava una tappa del Tour de France, lunga e con un arrivo in quota, nonostante la collocazione a Marzo.
Chi l’anno scorso se l’era giocata per vincere la Grand Boucle, oggi le ha prese di santa ragione. Secondo e primo dei comuni mortali Frack Schleck a 58”, insieme al lussemburghese Luis Leon Sanchez, più indietro Cadel Evans che taglia il traguardo a 1’27” dimostrando di avere sempre dei limiti in salita.
L’ex maglia gialla Sylvain Chavanel cede 1’50” perdendo come prevedibile la leadership. Ora Contador ha davvero vinto la Parigi-Nizza, a scanso di cadute, difficilmente perderà 1’13” su Luis Leon Sanchez nelle due tappe prima di Nizza. E siamo appena a Marzo.

martedì 10 marzo 2009

Tirreno-Adriatico 2009

Nella locandina qui sopra appaiono da sinistra a destra Danilo Di Luca, Gilberto Simoni e Ivan Basso che si sfidano sotto i mari della Tirreno Adriatico, mentre il gruppo li insegue.
Da domani, 11 Marzo, la corsa dei due mari avrà atto. Al via molti corridori di ottimo livello, col pettorale 1 Fabian Cancellara, già vincitore l'anno scorso della classifica finale, seguono Andy Schleck (già visto Sabato scorso all'Eroica), Garzelli, Kloden, Simeoni, il duo Simoni-Rebellin, Ballan e Bruseghin, Basso, Nibali e ancora, Di Luca, Petacchi, Boonen, il giovane promettente Gesink, Dekker, Cavendish, Pozzato, Gerdemann e molti altri...
Percorso meno duro di quello della Parigi-Nizza ma comunque aperto a molti. Finali nervosi, volata mai scontata, l'arrivo a Montelupone con uno strappo che può dare l'input a qualche bella azione e poi, la cronometro di Macerata, 30 km che decideranno quasi sicuramente la classifica finale.
Tra i favoriti principali sicuramente Cancellara, il quale può contare soprattutto sulla cronometro di Macerata. Avversario pericoloso è anche Kloden che di Tirreno-Adriatico ne sa sicuramente qualcosa (la vinse). Segue il duo Diquigiovanni con Simoni che aiuterà Rebellin a fare il meglio possibile. Attenti anche a Pozzato, il percorso è sicuramente adatto alle sue caratteristiche. Sornioni, Di Luca e Basso cominceranno a respirare le prime arie di corsa rosa.

domenica 8 marzo 2009

Paris-Nice: Prologo a Contador

...ma il segno della pistola, moh ha rotto!


Si parla tanto di Lance Armstrong, si parla tanto anche di Ivan Basso ma nelle ultime settimane, il più forte è stato Alberto Contador, come del resto aveva dimostrato di essere lo scorso anno nei grandi giri.
Oggi, da Amilly, si è aperta la Parigi-Nizza, giro di otto tappe, probabilmente, insieme alla Tirreno-Adriatico, il primo appuntamento importante del calendario ciclistico.
Lo spagnolo ha aperto la corsa francese con una netta vittoria nel cronoprologo, mettendo i puntini sulle i per quanto riguarda il suo vero obiettivo stagionale, il Tour de France.
La Parigi-Nizza fu già sua due anni fa, quattro mesi prima di andare a vincere il Tour. A due anni di distanza, il copione potrebbe essere lo stesso, di avversari all’altezza del capitano dell’Astana ce ne sono pochi, alcuni dei migliori sono addirittura compagni di squadra (Armstrong e Leipheimer) e questi due, nel caso che Contador si dimostri più forte, potrebbero anche tirare i remi in barca.
Secondo nel prologo, Wiggins distanziato di ben 7”, terza la promessa Leon Sanchez a 9”, quinto l’ormai tramontato David Millar a 14”.
Primo degli italiani, Pinotti che si becca 29” concludendo al quattordicesimo posto, peggio di lui Cadel Evans che perde 31” mentre l’unico degli italiani che può aspirare alla vittoria finale, Nocentini, ha concluso ventiseiesimo a 34”.
Distacchi alti per neanche dieci chilometri di corsa. Si continuerà nei prossimi due giorni con tappe adatte principalmente ai velocisti, mentre da Giovedì si comincerà a fare sul serio con continue frazioni piene di saliscendi nervosi e addirittura un arrivo in salita a quota 1600 metri.

giovedì 5 marzo 2009

Vesuvio... scontro finale


Continua la serie di storie dedicate ad alcune tappe significative del Giro d’Italia 2009. Oggi si parla del Vesuvio, l’ultimo arrivo in salita dell’edizione del Centenario. Il Vesuvio è una salita cattiva, una di quelle che non ha molto da invidiare ai passi alpini. Una salita che può sconvolgere ancora la classifica, nonostante in molti sostengano che dal BlockHaus in poi, la maglia rosa non cambierà.
Dodici chilometri e mezzo, i primi tre facili, poi, dal terzo chilometro, comincerà la “samba”. Pendenze raramente inferiori al 7% e che spesso si mantengono oltre l’8%, toccando anche il 10,9%. Non è una salita continua, i tratti per il recupero ci sono ma gli ultimi tre chilometri non mollano mai e saranno i più significativi dell’intera ascesa.

Quante volte il Giro d’Italia ha fatto arrivo sul famoso vulcano della Campania? Non molte ma quanto basta per scrivere un pezzetto di storia.
La prima volta fu nel 1959, esattamente cinquantanni fa. Erano gli anni di Anquetil e Gaul. I due si trovarono faccia a faccia per sfidarsi in quell’annata dove il Vesuvio veniva proposto come cronoscalata di otto chilometri. Gaul aveva preso la maglia rosa sul passo toscano che di nome fa Abetone, togliendo la supremazia ad Anquetil. La situazione non cambiò fino alla cronoscalata del Vesuvio. Parve evidente la superiorità dello scalatore lussemburghese, vincitore di quella settima tappa contro il tempo. Gaul fu padrone della corsa fino a Rovereto (14° tappa), perse la maglia ai danni di Anquetil a Bolzano, quest’ultimo parve il vero favorito quando vinse la cronometro di Susa, a due giorni dal termine. Ma mancava ancora una tappa in salita, quella che faceva arrivo a Courmayeur. Gaul attaccò sul Piccolo San Bernardo mandando in crisi Anquetil e guadagnando al traguardo ben nove minuti. L'angelo della montagna poteva finalmente vendicarsi dello sgarbo della pipì subito due anni prima.

Per ritrovare il Vesuvio al Giro d’Italia, bisogna aspettare trentun anni. 1990, l’anno di Gianni Bugno, in tutti i sensi. Questa volta è una tappa effettiva, la terza nonchè primo arrivo in salita di quella edizione. Bugno è di fatto già in rosa dopo la vittoria nel cronoprologo di Bari. Vinse Eduardo Chozas, scalatore spagnolo che visse la sua giornata di gloria mentre Bugno metteva i primi mattoni in vista di Milano, che lo avrebbe visto sul gradino più alto del podio.
A differenza dei due precedenti arrivi, quest’anno il Vesuvio è collocato alla fine del Giro. Presumibile che non passerà inosservato, ci sarà selezione, le forze per alcuni cominceranno a mancare, per certi potrebbe essere l’ultima possibilità di mettere in difficoltà gli avversari, di certo, solo una volta in cima al Vesuvio potremmo dire chi sarà il vincitore finale del Giro del Centenario.

domenica 1 marzo 2009

La frana sulla Maddalena

Cuneo-Pinerolo, una tappa che ha fatto la storia del Giro d’Italia seppur abbia avuto “solo” tre precedenti dal dopo guerra.

Vedi anche: http://pensiericiclismo.blogspot.com/2009/01/la-cuneo-pinerolo-sicuramente-la-tappa.html

Ma quante possibilità ha di essere affrontata questa tappa? Ad oggi davvero poche. Una frana incombe sul lato francese del Colle della Maddalena non consentendo transito ai mezzi (comprese la biciclette). Strada che era inaccessibile per il Tour de France già l’anno scorso e che, molto probabilmente, sarà inaccessibile anche per il Giro del Centenario, andando inesorabilmente a deviare la prima parte di tappa.
Il modo più semplice per riparare tale intoppo sarebbe uno, ovvero proseguire in cima al Colle dell’Agnello così da evitare il versante chiuso per frana. Ma anche per questa opzione sorge un problema, quello della neve. A differenza della Maddalena che misura 1996 mslm, l’Agnello arriva sino ai 2748 metri che vuol dire oltre settecento metri più in alto, con inevitabile cambio climatico.
Oggi come oggi a oltre due mesi dall’inizio del Giro, sull’Agnello ci sono tre metri e mezzo di neve che difficilmente potrebbero diminuire radicalmente entro il 19 Maggio.
La non convenienza economica, già ufficializzata da parte della Provincia di Cuneo nei riguardi dello sgombero di neve dei vari valichi, è un altro fattore che potrebbe sicuramente escludere il passaggio sul Colle dell’Agnello.
Niente Cuneo-Pinerolo originale per questo Giro del Centenario, un cambiamento nei primi chilometri ci dovrà essere per poter raggiungere la Francia e quindi scalare Izoard, Monginevro e Sestriere prima di involarsi verso Pinerolo. Inaccessibile la Maddalena, fermi per neve Agnello (ma anche Fauniera), inevitabilmente fatto fuori il Col de Vars (transitabile solamente se si scende dalla Maddalena), chi riuscirà a trovare lo stratagemma migliore per evitare il ridimensionamento dell’intera tappa? Una soluzione sarebbe quella di eliminare i primi ottanta chilometri e partire ai piedi del Vars, ricalcando poi il percorso già stabilito.

La prima volta in bicicletta

Propongo a Ciclismo PST e company di raccontare la loro prima uscita (o le prime uscite) in bici da corsa.

Io non ricordo precisamente la prima volta che ebbi il piacere di pedalare su di una bdc, ricordo invece che ebbi la mia prima bici da corsa (una Bianchi che aveva almeno quindici anni allora), alla fine degli anni novanta. Ancora decenne passai, come molti, dalla mountain bike (pur non mollandola), alla bici da corsa.
Ricordo con piacere quei tempi quando il tempo sembrava più lento e spensierato. I primi giri erano soprattutto la ricerca di strade, stradine e vicoli ancora inesplorati dei dintorni. Poi, in un Estate di nove anni fa, la decisione, seppur breve, di correre sul serio. Ma i ritmi sostenuti e frenetici fatti intorno ad un circuito sempre uguale, non erano nelle mie corde. Mollai a fine anno ricominciando a pedalare più per piacere che non per velleità di gara. Con gli anni i chilometri aumentarono sempre più e la Bianchi fu sostituita con una nuova bdc. Ma il ricordo di quella vecchia bicicletta non si è mai spento e mi ricorda il primo avvicinamento a questo sport. Passione nata vari anni prima con la mountain bike, mezzo più comodo sotto molti punti di vista ma al tempo stesso, non trascinante come invece può essere la bici da corsa.