martedì 19 gennaio 2010

L'Alpe d'Huez


Salitech è un gran bel sito per gli amanti delle altimetrie. Guardando certi profili, ripercorri e riconosci strade già vissute. E’ il caso dell’Alpe d’Huez, con la quale ho il piacere di ritornare a parlare di scalate . Non che sia un fanatico feticista, collezionatore di monti, però, quando capita, capita. Dicevo, è il caso dell’Alpe d’Huez che mi riporta ad un Luglio targato 2008, di annata magra per il Tour. Con gli amici si parte poco distanti da Le Bourg d’Oisans, nella valle che anticipa quella tanto famosa ascesa.
Arrivati a Le Bourg d’Oisans, c’è ancora un chilometro di pianura prima di cominciare a salire. E’ una salita che ti aggredisce subito e ti toglie il respiro. I primi due chilometri non vanno mai sotto il dieci percento e per una catena montuosa denominata “alpi francesi”, ben lontana dalla nostra concezione italiana di pendenza, vuol già dire molto.
Dopo i primi due chilometri la strada comincia a farsi lievemente più agevole, mai sotto il sette percento. E’ famosa per la moltitudine di tornanti, i quali sono l’unico arpione di salvezza per gli atleti. 21 tornanti in 14 km, in una strada larga e ben tenuta che si arrampica man mano lungo il colle.
Digerito l’inizio, se uno riesce a trovare la giusta cadenza, può alleviare le proprie sofferenze, di fatto l’Alpe è una salita con continui cambi di ritmo ma al tempo stesso senza troppi sbalzi (non ci si riposa mai). Dopo otto chilometri si arriva nella cittadina di Huez, secondo molti quello è il punto in cui uno può capire in che stati raggiungerà la cima. Da Huez mancano ancora cinque chilometri e paragonati ai nove già scalati, ci sembrano una scemenza. Ma c’è davvero poco da sottovalutare, la strada non cala mai del 7% se non in rarissime circostanze e i punti di maggiore sofferenza li ho avuti dopo il bivio che porta all’Alpe d’Huez Est. Sarà che eravamo già al decimo chilometro di ascesa, ma quello è stato il punto in cui la lampadina ha cominciato ad emanare meno luce e per fortuna che si è spenta proprio quando si entrava nella zona soft, dove c’è la nota galleria con tanto di addolcimento delle pendenze. E’ l’ultimo chilometro, il più simpatico in assoluto, ti sembra di volare ma non gasatevi troppo, perché in quel tratto la strada è passata dall’otto al sei percento e man mano calerà sino al tre.
Andando a parare su panorami e affini, per me è pura antinatura. Sembra di stare in una città di tutto rispetto, con l’unica differenza che siamo in piena montagna… “minimetropoli” a milleottocento metri sul livello del mare, non sono mai il massimo della vita e tolgono la poesia che molte montagne meno blasonate, possono offrire. Questi palazzi che sorgono in cima a molte prelibatezze turistiche, sono ornamentali quanto un mare inquinato dal catrame. Nel complesso, salita affascinante per scalatori puri, a me personalmente è piaciuta, si differenzia da molte altre colleghe francesi, dolci ed eterne. L’Alpe è l’Alpe solo perché situata in Francia, se fosse di nazionalità italiana, avrebbe la fama di un Plan di Montecampione e chi esulterebbe non sarebbe ricordato, per l’appunto, come il grande campione che vinse l’Alpe d’Huez ma uno dei tanti che vince un normale arrivo in salita. Solo il Tour riesce a mitizzare le proprie rampe in modo incisivo, all'italietta mancano i Ventoux e i Tourmalet, ma solo di nome.
Teniamoci cari i Mortiroli, Fauniere o Fedaia vari, le salite dure sono made in Italy, ma per piacere, non parlatemi di Plan de Corones o Zoncolan, lì non si tratta più di bici da corsa, bensì di alpinismo.

sabato 2 gennaio 2010

Obiettivi stagionali

Prima di tutto pedalare tranquillamente e divertirmi, tutto ciò quando ne ho voglia senza forzature.
Punto due, la tappa del 22 Maggio che arriva ad Asolo passa sul Monte Grappa. E se la giornata sarà bella, voglio esserci, tra l'altro su un passo che non ho ancora scalato.
Fino a metà Marzo niente passi, poi si comincerà a farne qualcuno, niente di eccessivo fino a metà Maggio.
Tra le montagne interessanti per la prossima Estate, mi interessa particolarmente il Fedaia, Giau, Falzarego e Duran dalla parte zoldana, oltre al Brocon e la Staulanza. Almeno la metà di queste vorrei farle, con tanto di recensioni delle giornate.
Niente competizioni, come già scritto nei precedenti post, è un settore che ad oggi non mi attira minimamente.