
mercoledì 29 luglio 2009
Passo Cereda

domenica 26 luglio 2009
Finalmente è finito

Un Tour de France noiosissimo, abbiamo intravisto la rivalità del futuro tra Andy Schleck e Alberto Contador, per il resto, oltre alle sei vittorie di Mark Cavendish, c'è stato poco altro.
Per l'Italia un bottino soddisfacente, prima la maglia gialla di Rinaldo Nocentini, poi la maglia a pois di Franco Pellizotti che sul Ventoux (mi ero dimenticato di scriverlo ieri), ha onorato ulteriormente il suo Tour.
Classifica finale che parla chiaro, Contador ha stravinto in ogni settore, la sorpresa è stato Wiggins, il primo degli italiani Nibali, ultimo della classifica il biellorusso Yauheni Hutarovich, come dice qualcuno "gli ultimi saranno i primi".
1. Alberto Contador 85h48'35" il bagnino ora può davvero andare a farsi un bel bagno
2. Andy Schleck 4'11" unico avversario di rilievo, ha vinto di nuovo la classifica giovani
3. Lance Armstrong 5'24" il nonno ha confermato che la condizione sale
2. Andy Schleck 4'11" unico avversario di rilievo, ha vinto di nuovo la classifica giovani
3. Lance Armstrong 5'24" il nonno ha confermato che la condizione sale
4. Bradley Wiggins 6'01" il percorso lo ha aiutato ma non si può dire che abbia deluso
5. Franck Schleck 6'04" una vittoria di tappa nella tappa più dura, ma è il gregario del fratello
6. Andreas Kloden 6'42" è andato bene, se avesse la palle farebbe il capitano in un team diverso
7. Vincenzo Nibali 7'35" Basso non c'era ma aveva la fotocopia
8. Christian Vandevelde 12'04" un gregario di lusso per Wiggins
9. Roman Kreuziger 14'16" un fenomeno passato in secondo piano ma attenti, il futuro è vicino
10. Cristophe Le Mevel 14'25" i francesi sono riusciti a metterne uno nei dieci. Complimenti.
14. Rinaldo Nocentini 20'45" ed ora si metterà a fare classifica?! :D
17. Carlos Sastre 26'21" ha pagato il Giro d'Italia
30. Cadel Evans 45'24" capitombolo sulle Alpi ma cercherà il riscatto alla Vuelta a Espana
37. Franco Pellizotti 56'19" inesistente per quanto concerne la classifica, complimenti per la maglia a pois
51. Denis Menchov 1h17'04" Francamente non sapevo nemmeno che fosse arrivato a Parigi
95. Alessandro Ballan 2h26'22" Come non averlo
100. Filippo Pozzato 2h39'39" Vedi sopra
131. Mark Cavendish 3h21'54" Un mostro delle volate.

e il prossimo anno, la seconda manche tra questi due.
sabato 25 luglio 2009
Il monte calvo

Come si fa a regalare così il Mont Ventoux?
Charly Gaul
Raymond Poulidor
Eddy Merckx
Bernard Thevenet
Jean Francois Bernard
Marco Pantani
Richard Virenque
Juan Manuel Garate
Nel 2002 Richard Virenque vinse grazie alla benedizione di una fuga lasciata andare allo sbaraglio, oggi uguale, lo spagnolo Garate ha vinto grazie soprattutto al comportamento dei big. Sembra quasi che il simbolo di vincere su un luogo importante sia scemato e che i corridori di oggi cerchino più il piazzamento finale rispetto alla vittoria di una tappa dal grande significato.
Francamente, anche oggi non mi sono divertito, lontani i ricordi degli scatti di un Pantani vestito di rosa che sfidava a fioretto l’alieno Lance Armstrong. Oggi, togliendo gli scatti di Andy Schleck, il nulla completo. Contador si è limitato a marcare, per questo ha molti amici, perché gli avversari sanno che con lui qualcosa possono vincere. Ma così facendo ne risente soprattutto lo spettacolo.
Charly Gaul
Raymond Poulidor
Eddy Merckx
Bernard Thevenet
Jean Francois Bernard
Marco Pantani
Richard Virenque
Juan Manuel Garate
Nel 2002 Richard Virenque vinse grazie alla benedizione di una fuga lasciata andare allo sbaraglio, oggi uguale, lo spagnolo Garate ha vinto grazie soprattutto al comportamento dei big. Sembra quasi che il simbolo di vincere su un luogo importante sia scemato e che i corridori di oggi cerchino più il piazzamento finale rispetto alla vittoria di una tappa dal grande significato.
Francamente, anche oggi non mi sono divertito, lontani i ricordi degli scatti di un Pantani vestito di rosa che sfidava a fioretto l’alieno Lance Armstrong. Oggi, togliendo gli scatti di Andy Schleck, il nulla completo. Contador si è limitato a marcare, per questo ha molti amici, perché gli avversari sanno che con lui qualcosa possono vincere. Ma così facendo ne risente soprattutto lo spettacolo.
venerdì 24 luglio 2009
Sellaronda

Il 19 Luglio è stata la volta del Sellaronda, un giro che mi ero prefissato dall’anno scorso e che puntualmente è arrivato a Luglio. Tutto progettato in modo impeccabile, a partire dalla giornata che meteorologicamente è stata una delle migliori in assoluto dall’inizio dell’Estate.
Partenza da Arabba, ore 8:50 non da solo ma con Manuel, grande esperto del percorso visto che mi raccontava di averla fatta già parecchie volte negli anni.
Il primo passo di giornata sarà il Pordoi, conosciutissimo per le antiche gesta dei corridori degli anni che furono.
Va su abbastanza regolare e dopo un po’ di tornanti si comincia ad ammirare la vallata che sta alle nostre spalle. Sarà stata l’ora ma che io ricordi mentre si saliva c’era poca gente, molta di più una volta in cima, come si dice, una bolgia. Poco più di tre quarti d’ora per raggiungere i 2239 metri del mitico passo dove c’è il monumento dedicato a Fausto Coppi, pieno zeppo di gente grazie anche al passaggio di una gara di trekking. In mezzo al “bailame” riconosco un corridore professionista vincitore della tappa di Faenza all’ultimo Giro d’Italia, così suggerisco a Manuel di chiedere se sia lui: e difatti è lui, Bertagnolli. Si discute un po’, poi dice di dover andare a fare quattro ore di allenamento, così lo salutiamo e ci buttiamo giù dall’altro versante del Pordoi.
Discesa freddissima ma per fortuna dura poco, il bivio con il Sella ci evita l’assideramento. Rimango innamorato del Passo Sella (2240 metri sul livello del mare), sei chilometri da vivere, fantastici e con panorami unici. Una salita ben più dura del Pordoi e che vale la pena fare. Sulla cima c’è meno posto ma la gente anche in questo caso non manca, sarà la cima più alta della giornata.
Da qui si può dire che le salite più dure sono tutte alle spalle, scesi dal Sella comincia il Gardena il quale non presenta grandi difficoltà ma che, come paesaggio, vale anch’esso la pena di vivere. Nonostante i suoi 2121 mslm, è più freddo sia del Pordoi che del Sella. Una volta arrivati in cima piccolo rifornimento prima di involarsi verso Corvara in Badia. Lungo la discesa notiamo una marea di ciclisti, sembrava il Giro d’Italia.
Arrivati a Corvara rimane solo un passo, il Campolongo (1865 mslm), non affascinante come gli altri tre, però c’è da dire che a fine giro uno non ha nemmeno più la voglia di guardarsi troppo attorno. Il caldo comincia a farsi sentire, mezzogiorno è ormai passato e nonostante l’altitudine, la temperatura rispetto agli altri passi è completamente cambiata. Sul Campolongo incontreremo delle simpatiche signore che già avevamo incontrato in precedenza sul Pordoi e che ci avranno scattato un rullino di foto. Il bello del Sellaronda, come suggeriva Manuel, è il fatto che nell’arco del giro si possono incontrare più volte le stesse persone.
Il giro finisce una volta scesi dal Campolongo, inutile soffermarsi sulle descrizioni degli scenari dolomitici, li conosciamo bene e una fotografia a volte sostituisce i lunghi discorsi che vengono fatti.
Il Sellaronda è qualcosa di unico, mi va di suggerirlo a chi ancora non l’ha fatto, non troppo impegnativo e accessibile con un minimo di allenamento alle spalle, ti assicura una giornata bella, serena e per molti indimenticabile.
Partenza da Arabba, ore 8:50 non da solo ma con Manuel, grande esperto del percorso visto che mi raccontava di averla fatta già parecchie volte negli anni.
Il primo passo di giornata sarà il Pordoi, conosciutissimo per le antiche gesta dei corridori degli anni che furono.
Va su abbastanza regolare e dopo un po’ di tornanti si comincia ad ammirare la vallata che sta alle nostre spalle. Sarà stata l’ora ma che io ricordi mentre si saliva c’era poca gente, molta di più una volta in cima, come si dice, una bolgia. Poco più di tre quarti d’ora per raggiungere i 2239 metri del mitico passo dove c’è il monumento dedicato a Fausto Coppi, pieno zeppo di gente grazie anche al passaggio di una gara di trekking. In mezzo al “bailame” riconosco un corridore professionista vincitore della tappa di Faenza all’ultimo Giro d’Italia, così suggerisco a Manuel di chiedere se sia lui: e difatti è lui, Bertagnolli. Si discute un po’, poi dice di dover andare a fare quattro ore di allenamento, così lo salutiamo e ci buttiamo giù dall’altro versante del Pordoi.
Discesa freddissima ma per fortuna dura poco, il bivio con il Sella ci evita l’assideramento. Rimango innamorato del Passo Sella (2240 metri sul livello del mare), sei chilometri da vivere, fantastici e con panorami unici. Una salita ben più dura del Pordoi e che vale la pena fare. Sulla cima c’è meno posto ma la gente anche in questo caso non manca, sarà la cima più alta della giornata.
Da qui si può dire che le salite più dure sono tutte alle spalle, scesi dal Sella comincia il Gardena il quale non presenta grandi difficoltà ma che, come paesaggio, vale anch’esso la pena di vivere. Nonostante i suoi 2121 mslm, è più freddo sia del Pordoi che del Sella. Una volta arrivati in cima piccolo rifornimento prima di involarsi verso Corvara in Badia. Lungo la discesa notiamo una marea di ciclisti, sembrava il Giro d’Italia.
Arrivati a Corvara rimane solo un passo, il Campolongo (1865 mslm), non affascinante come gli altri tre, però c’è da dire che a fine giro uno non ha nemmeno più la voglia di guardarsi troppo attorno. Il caldo comincia a farsi sentire, mezzogiorno è ormai passato e nonostante l’altitudine, la temperatura rispetto agli altri passi è completamente cambiata. Sul Campolongo incontreremo delle simpatiche signore che già avevamo incontrato in precedenza sul Pordoi e che ci avranno scattato un rullino di foto. Il bello del Sellaronda, come suggeriva Manuel, è il fatto che nell’arco del giro si possono incontrare più volte le stesse persone.
Il giro finisce una volta scesi dal Campolongo, inutile soffermarsi sulle descrizioni degli scenari dolomitici, li conosciamo bene e una fotografia a volte sostituisce i lunghi discorsi che vengono fatti.
Il Sellaronda è qualcosa di unico, mi va di suggerirlo a chi ancora non l’ha fatto, non troppo impegnativo e accessibile con un minimo di allenamento alle spalle, ti assicura una giornata bella, serena e per molti indimenticabile.
mercoledì 22 luglio 2009
La tenaglia Schleck
non stritola Contador

Il tappone alpino ha fatto i distacchi, ora diventa più un discorso per la seconda e terza piazza in vista di Parigi, pur rimanendo che Andy Schleck anche oggi ha dimostrato di essere il secondo più forte dietro ad un Alberto Contador che si è limitato a controllare i due fratelli lussemburghesi. Vince Franck Schleck, secondo Contador, poi Andy Schleck, dietro il vuoto. Ecco la panoramica delle Alpi e i miei pareri sui protagonisti.
Alberto Contador: Vince a Verbier, controlla gli Schleck sulle due tappe successive. Ha ipotecato il Tour.
Andy Schleck 2’26”: Sono iniziate le prime sfide con Contador, per ora vince lo spagnolo ma ricordiamoci che il lussemburghese ha tre anni in meno.
Alberto Contador: Vince a Verbier, controlla gli Schleck sulle due tappe successive. Ha ipotecato il Tour.
Andy Schleck 2’26”: Sono iniziate le prime sfide con Contador, per ora vince lo spagnolo ma ricordiamoci che il lussemburghese ha tre anni in meno.
Franck Schleck 3’25”: Si riconferma quello dello scorso anno, ma meno autoritario. Con la vittoria odierna si ritrova a dover gestire un podio importante in vista di Parigi. Ma lo perderà.
Lance Armstrong 3’55”: Si stacca ma non molla mai, infatti è ancora quarto con buone speranze di ritornare sotto per quanto concerne il podio.
Andreas Kloden 4’44”: Gregario di lusso, fosse capitano unico in una squadra diversa sarebbe molto più indietro in classifica.
Bradley Wiggins 4’53”: Sfrutta un’edizione facile e infatti è ancora nei primi. La cronometro di domani potrebbe giocare a suo favore.
Vincenzo Nibali 5’09”: Ipotecato un posto nei primi sette, ora deve solamente dare tutto sino alla fine, sperando che qualcuno davanti a lui ceda.
Christian Vandevelde 8’08”: L’anno scorso andava più forte ma non si può dire che stia deludendo.
Cristophe Le Mevel 9’19”: Primo dei francesi, onore e merito ad una nazione che anno dopo anno non trova nessun uomo veramente valido per i posti di alta classifica.
Mikel Astarloza 10’50”: Vincitore della tappa dei due San Bernardi, assolutamente un Tour dignitoso.
Roman Kreuziger 10’52”: E’ ancora molto giovane, ma le sue prestazioni fanno paura in prospettiva futura.
Carlos Sastre 11’39”: Non è più un ragazzino, sta pagando gli sforzi del Giro ma in modo più dignitoso di Menchov e Pellizotti.
Denis Menchov: Fino ad oggi inesistente, la fuga è l’unica nota positiva di un Tour negativo.
Franco Pellizotti: Con la scusa della maglia a pois si è reinventato un Tour che diversamente, sarebbe stato come quello di Menchov.
Cadel Evans: E’ tracollato lentamente, oggi quasi mezz’ora di ritardo. Non vincerà mai la Grand Boucle.
Lance Armstrong 3’55”: Si stacca ma non molla mai, infatti è ancora quarto con buone speranze di ritornare sotto per quanto concerne il podio.
Andreas Kloden 4’44”: Gregario di lusso, fosse capitano unico in una squadra diversa sarebbe molto più indietro in classifica.
Bradley Wiggins 4’53”: Sfrutta un’edizione facile e infatti è ancora nei primi. La cronometro di domani potrebbe giocare a suo favore.
Vincenzo Nibali 5’09”: Ipotecato un posto nei primi sette, ora deve solamente dare tutto sino alla fine, sperando che qualcuno davanti a lui ceda.
Christian Vandevelde 8’08”: L’anno scorso andava più forte ma non si può dire che stia deludendo.
Cristophe Le Mevel 9’19”: Primo dei francesi, onore e merito ad una nazione che anno dopo anno non trova nessun uomo veramente valido per i posti di alta classifica.
Mikel Astarloza 10’50”: Vincitore della tappa dei due San Bernardi, assolutamente un Tour dignitoso.
Roman Kreuziger 10’52”: E’ ancora molto giovane, ma le sue prestazioni fanno paura in prospettiva futura.
Carlos Sastre 11’39”: Non è più un ragazzino, sta pagando gli sforzi del Giro ma in modo più dignitoso di Menchov e Pellizotti.
Denis Menchov: Fino ad oggi inesistente, la fuga è l’unica nota positiva di un Tour negativo.
Franco Pellizotti: Con la scusa della maglia a pois si è reinventato un Tour che diversamente, sarebbe stato come quello di Menchov.
Cadel Evans: E’ tracollato lentamente, oggi quasi mezz’ora di ritardo. Non vincerà mai la Grand Boucle.
domenica 19 luglio 2009
Era ora, primo scossone
Tour finito?!

Ecco la situazione prima del giorno di sosta.
Contador
Armstrong 1’37”
Wiggins 1’46”
Kloden 2’17”
A Schleck 2’26”
Nibali 2’51”
F Schleck 3’25”
Sastre 3’52”
Evans 4’27”
Kreuziger 4’40”
Menchov 11’23”
Maglia verde a Hushovd, a pois continua l’avventura di Pellizotti, mentre la classifica giovane e dominata da Andy Schleck, il corridore del futuro.
sabato 11 luglio 2009
Le partenze all'estero

Curioso post sulle partenze dall'estero dei tre principali grandi giri a tappe. Partiamo con... con il Giro d'Italia:
65 San Marino
66 Montecarlo
73 Verviers (Olanda)
96 Atene (Grecia)
98 Nizza (Francia)
02 Groningen (Olanda)
06 Seraing (Belgio)
e il prossimo anno si parte di nuovo dall'Olanda. Da notare come sia entrata di moda la partenza dall'estero soprattutto negli ultimi anni.
Passiamo al Tour de France.
65 Colonia (Germania)
73 Schveningen (Olanda)
75 Charleroi (Belgio)
78 Leida (Spagna)
80 Francoforte sul Meno (Germania)
82 Basilea (Svizzera)
87 Berlino Ovest (Germania)
89 Lussemburgo
92 San Sebastian (Spagna)
96 Hertogenbosch (Olanda)
98 Dublino (Eire)
02 Lussemburgo
04 Liegi (Belgio)
07 Londra (Inghilterra)
Secondo il mio punto di vista i francesi esagerano. Noto che non sono ancora partiti dall'Italia, un progetto che potrebbe essere messo su carta per i prossimi decenni.
Ed ora Vuelta a Espana
97 Lisbona (Portogallo)
09 Assen (Olanda)
Due sole volte, una in Portogallo dodici anni fa e una in Olanda quest'anno. Olanda che ospiterà il cronoprologo del prossimo Tour de France, oltre alla partenza del Giro d'Italia. In conclusione, possiamo dire che di questi tempi l'Olanda sta cacciando quattrini a non finire.
venerdì 10 luglio 2009
Tappa a Feillu, maglia a Nocentini
che noia!

Da dietro non succede quasi nulla, allunga Evans ma gli Astana lo braccano, così, all’ultimo chilometro attacco di Contador che se ne va di forza guadagnando oltre venti secondi sul gruppo dei migliori balzando davanti a tutti i favoriti nella classifica. Bene Armstrong ma si è vista l’inferiorità rispetto al compagno di squadra, bene Evans ed Andy Schleck, non male neanche Nibali che era nella coda del gruppo di Armstrong. Dispersi i protagonisti del Giro d'Italia, Menchov, Sastre e Pellizotti personalmente non li ho nemmeno visti tagliare il traguardo prima che il Bulba chiudesse la diretta.
Ma la noia è padrona, immagino un Tour avaro di emozioni nelle prossime due tappe pirenaiche.
martedì 7 luglio 2009
Cronosquadre all'Astana
...ma Cancellara resiste

La cronosquadre ha segnato ulteriormente la classifica. Mantiene il sigillo Cancellara ma si parla di centesimi e non certo di secondi. Armstrong, che ha vissuto due giorni di fuoco, si ritrova in seconda posizione, con una maglia gialla a portata di mano e soprattutto con degli avversari già inevitabilmente lontani.
Ecco i principali big visti oggi, dopo quattro giorni di Tour:
Cancellara
Ecco i principali big visti oggi, dopo quattro giorni di Tour:
Cancellara
Armstrong “
Contador 19"
Contador 19"
Kloden 23"
Leiphaimer 31"
KreuzIger 1'31"
Nibali 1'36"
Andy Schleck 1'41"
Sastre 2'44"
Evans 2'59"
Menchov 3'52"
A questo punto si fa presto a fare una veloce analisi di chi può considerarsi con un piede nella fossa, visto che per me questo non sarà un Tour di recupero bensì un Tour per regolaristi, chi perde all’inizio non guadagnerà più di tanto prima dell’ultima settimana.
Fuori dai giochi Menchov, il russo è il lontano parente di se stesso e ad oggi può solo limitare i danni fino a Parigi, se vorrà risalire nella top 10, oppure uscire definitivamente per puntare ad una vittoria di tappa.
Evans per esempio ha già perso il Tour, moralmente per uno come lui non deve essere il massimo cominciare le salite con quasi tre minuti di svantaggio.
Carlos Sastre non malissimo ma non è un percorso adatto alle sue caratteristiche, quindi, quello che ha perso fino ad ora potrebbe fare la differenza.
Andy Schleck invece può ritenersi soddisfatto, grazie a Cancellara comincerà i Pirenei con uno svantaggio nella media e se avrà la gamba, dovrà attaccare perché per lui tutto è ancora molto aperto.
Il duo Liquigas grazie ad una cronosquadre grandiosa è anch’esso messo benissimo, Nibali e Kreuziger hanno poco più di un minuto e mezzo, in poche parole, se avranno le gambe dopo il trittico dei Pirenei si ritroveranno messi bene nella generale.
Passando invece ai primi cinque posti, che dire, abbiamo due gregari, due capitani e un Cancellara che ha tolto la soddisfazione ad Armstrong di vestire la maglia gialla. Contador dovrà attaccare inevitabilmente ad Andorra, se Armstrong dovesse prendere la maglia gialla sarebbe dura poi fare la voce grossa.
A questo punto si fa presto a fare una veloce analisi di chi può considerarsi con un piede nella fossa, visto che per me questo non sarà un Tour di recupero bensì un Tour per regolaristi, chi perde all’inizio non guadagnerà più di tanto prima dell’ultima settimana.
Fuori dai giochi Menchov, il russo è il lontano parente di se stesso e ad oggi può solo limitare i danni fino a Parigi, se vorrà risalire nella top 10, oppure uscire definitivamente per puntare ad una vittoria di tappa.
Evans per esempio ha già perso il Tour, moralmente per uno come lui non deve essere il massimo cominciare le salite con quasi tre minuti di svantaggio.
Carlos Sastre non malissimo ma non è un percorso adatto alle sue caratteristiche, quindi, quello che ha perso fino ad ora potrebbe fare la differenza.
Andy Schleck invece può ritenersi soddisfatto, grazie a Cancellara comincerà i Pirenei con uno svantaggio nella media e se avrà la gamba, dovrà attaccare perché per lui tutto è ancora molto aperto.
Il duo Liquigas grazie ad una cronosquadre grandiosa è anch’esso messo benissimo, Nibali e Kreuziger hanno poco più di un minuto e mezzo, in poche parole, se avranno le gambe dopo il trittico dei Pirenei si ritroveranno messi bene nella generale.
Passando invece ai primi cinque posti, che dire, abbiamo due gregari, due capitani e un Cancellara che ha tolto la soddisfazione ad Armstrong di vestire la maglia gialla. Contador dovrà attaccare inevitabilmente ad Andorra, se Armstrong dovesse prendere la maglia gialla sarebbe dura poi fare la voce grossa.
lunedì 6 luglio 2009
Bis di Cavendish
Armstrong guadagna 40" sui migliori

Come detto, vince senza problemi Cavendish mentre la maglia gialla Cancellara che ha terminato con il primo gruppo, si ritrova con un vantaggio molto importante nella generale, che potrebbe consentirgli di prolungare fino ad Andorra la sua permanenza nella cima della classifica.
Armstrong alla fine dei conti ha guadagnato 40” su tutti i suoi diretti avversari per la classifica finale, quaranta secondi che potrebbero cambiare le carte in tavola a favore di quest’ultimo, ora davanti anche a Contador di 19”, importanti ma non decisivi.
Domani cronosquadre, favorita il Team Columbia ma attenti all’Astana e soprattutto alla Saxo Bank che non vorrà di certo far perdere il sigillo all’elvetico.
sabato 4 luglio 2009
Il Tour è partito (da Monaco)
CANCELLARA imbattibile

Vittoria, quasi scontata di Fabian Cancellara, nettamente superiore a tutti gli altri atleti. Secondo Contador a 18”, poi Wiggins a 19”.
Tra gli altri big, va bene Evans quinto a 23”, Kreuziger settimo a 32”, scippa la maglia bianca al compagno di squadra Nibali di soli 5”.
Armstrong decimo a 40”, l’americano è andato nella media ma ha già perso ventidue secondi da Contador che non recupererà facilmente nelle prossime settimane.
Andy Schleck paga un minuto ma sarà sicuramente mattatore nelle salite, chi invece non ha brillato è Menchov, doppiato da Cancellara e molto meno competitivo di quello che avevamo visto al Giro. Per il russo 1’31”, troppi per poter pensare ad un eventuale podio finale. Perde già da subito la leadership Pellizzotti, 1’33” di ritardo cioè un minuto peggio di Kreuziger ma come Menchov e Sastre, il delfino è più che scusato.
Siamo appena alla prima tappa ma molte cose sembrano essere chiare. Ora prima – noiosissima – settimana in attesa del primo arrivo in salita che, per fortuna, quest’anno arriverà molto presto.
A risentirci.
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