Cosa offre il percorso? 61 km a cronometro, pochi se valutiamo la maggior parte delle edizioni precedenti. Questo può risultare un punto a favore degli scalatori, soprattutto se contiamo che l’unica vera cronometro in linea è posizionata come diciannovesima e penultima tappa prima della conclusione di Parigi.
Le montagne? Né troppo poche né in abbondanza, diciamo che lo spazio ci sarebbe per combinare qualche cosa.
Dopo una prima settimana nervosa e da non sottovalutare visto il pavè del Belgio, ci si avvierà con le prime asperità dell’ottava tappa, quella con il Col de la Ramaz e l’arrivo in salita a Morzine-Avoriaz. Vi ricordate la lunga fuga di Richard Virenque nel 2003? All’epoca, però, dopo avere scalato la Ramaz si terminava direttamente nella località di Morzine senza andare ad affrontare l’asperità di quest’anno.

Le Alpi si consumano in due giorni divisi da uno di riposo, quindi non è detto che vada a modellarsi in modo abnorme la graduatoria generale.
Dopo l’arrivo ad Avoriaz ci sarà la tappa di Saint Jean de Maurienne che presenta quattro passi, la Colombiere, l’Aravis, Saisies e la Madeleine.
Dodici anni fa La Madeleine fu teatro di una sfida tra titani, Pantani vs Ullrich con la vittoria in volata del tedesco ma all’epoca la salita veniva affrontata dal versante opposto e l’arrivo era posizionato ad Albertville, quest’anno luogo di passaggio della Grand Boucle.
Dopo l’arrivo ad Avoriaz ci sarà la tappa di Saint Jean de Maurienne che presenta quattro passi, la Colombiere, l’Aravis, Saisies e la Madeleine.
Dodici anni fa La Madeleine fu teatro di una sfida tra titani, Pantani vs Ullrich con la vittoria in volata del tedesco ma all’epoca la salita veniva affrontata dal versante opposto e l’arrivo era posizionato ad Albertville, quest’anno luogo di passaggio della Grand Boucle.

Molto più incisivi i Pirenei, anche se di quattro tappe solo due sembrano avere un’altimetria di spessore.
Nella 14° tappa si andrà ad affrontare un finale già visto, ovvero la scalata del Pailheres e l’arrivo ad Ax 3 Domaines vinto da Carlos Sastre nell’edizione del centenario (2003), e dall’austriaco Georg Totschnig nel 2005. E’ la classica giornata che può creare selezione.

Si può dire lo stesso anche della 16° tappa, quella con arrivo a Pau, capace di ben quattro salite da scalare (Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque) ma con gli ultimi sessanta chilometri pianeggianti che ricompatteranno eventuali tentativi degli uomini di alta classifica.
Così tutto sarà rinviato alla tappa con arrivo sul Tourmalet e che vedrà affrontare il Col de Marie Blanque e il Col du Soulor prima di aggredire la salita che attribuirà il souvenir Henri Desgrange. “Bianco come Pierrot”, “dal volto cadaverico”, così il pistard e giornalista francese definiva il Colle del Tourmalet, salita leggendaria nonché vetta regina del Tour ’10.

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