domenica 22 agosto 2010

Campolongo - Gardena - Sella - Fedaia

Si era appena entrati nella seconda metà di Luglio quando, poco convinto, mi ero involato dalla cima del Falzarego con la voglia di dedicare ancora un giro a queste fantastiche montagne - le Dolomiti - che si offrono accoglienti fino al mese di Settembre.
E c’è solo da inebriarsi ed inchinarsi in questi salubri ed incontaminati scenari, talvolta bistrattati da chi vive di sola superficialità.
Nelle zone alpine, il mese d’Agosto non è da prendere sottogamba, le temperature cominciano a farsi più fresche rispetto alle settimane precedenti e la variabilità del tempo gioca spesso a sfavore.
Essendo l’ultimo assalto alle Dolomiti e quasi probabilmente anche l’ultimo giro di rilievo di questa annata, ho aspettato una giornata con un tempo meteo godibile. Di opzioni ne avevo a bizzeffe, lì per lì ero pure indeciso su quali strade prendere… Poi arrivò la giusta decisione.
Partenza ai piedi di sua maestà la Marmolada, così da limare eventuali ed inutili chilometri pianeggianti di a/r. Una partenza come tante altre, nel primo mattino, attorniato da una vasta quantità di vette imponenti, esaltate dalla visuale delle valli circostanti.
Salite in programma, cinque. Con me, ancora una volta, Manuel Pst.



Studio l’altimetria nel dettaglio e ne ricavo all’incirca una trentina di chilometri di salita, contro i 34 ca. del giro “Franche-Cereda-Rolle-Valles” affrontato oltre un anno fa. Itinerari e chilometraggi diversi, oltre ad un Valles assente nella parte finale del percorso, mi fanno intuire che oggi non sarà dura come quel giorno.
Così, scaricate le biciclette dall’auto e agganciate per bene le scarpe ai pedali, ci si appresta ad affrontare le prime pendenze verso Digonera e successiva rampa di quattro chilometri che porta al bivio della ss 48 dove svoltiamo verso Livinallongo del Col di Lana, località che anticipa quella di Arabba posta all'inizio del Campolongo, oltre che del più celebre passo Pordoi.
Ed è proprio il Campolongo il primo passo di giornata; breve e anonimo s’inerpica leggiadro su per il colle fino a scollinare a 1875 metri sul livello del mare.



Dal vapore mattutino dei primi chilometri ci involiamo nella discesa che porta a Corvara in Badia per poi svoltare verso Colfosco ed iniziare la terza salita, il passo Gardena (2121 mslm), lunga 8,5 chilometri con pendenze generalmente regolari (6,2% medio) e con punte massime del 10%.
Salgo regolare, in solitudine, senza alcun problema, attorniato da scenari fantastici; ritengo il Gardena uno dei passi dolomitici più belli in assoluto, sia per lo sfondo che avvolge l'ascesa sia per la visuale che si può ammirare guardando verso il passo Sella.



Dopo una breve pausa scendiamo nella gelida e ventilata discesa del versante opposto prima di imboccare la strada che porta in cima al passo Sella (2214 mslm): una salita breve, di cinque chilometri, ma con pendenze che spesso e volentieri si mantengono oltre l'8% medio.
Da questo momento entriamo nella seconda metà del giro, le gambe iniziano a farsi pesanti, lo stesso Manuel, in giornata no, una volta giunto sulla cima dell'incantevole passo, ammette di avere seri dubbi sul proseguirsi.
Gli faccio coraggio facendogli notare che il Fedaia dal versante di Canazei è tutto sommato "pedalabile".



Indossate le mantelline, ci si butta nella lunga discesa che termina in quel di Canazei. Tempo di riempire le borracce di acqua che è ora di ricominciare a salire per la quinta e ultima fatica della giornata, il passo Fedaia (2057 mslm). Solo a sentirne il nome c'è da spaventarsi ma il versante odierno, rispetto a quello di Caprile, è più facile.
I primi sette chilometri sono pedalabili e non prevedono grosse difficoltà, sono gli ultimi quattro a mantenersi sopra il 7%, prima di scollinare in prossimità del rifugio Castiglioni che anticipa il suggestivo lago Fedaia.
La strada prosegue larga, attorniata da una vasta quantità di abeti che emanano un piacevole odore di resina, mescolato a quello della fresca vegetazione. Durante l'ascesa mi improvviso gregario di Manuel in quella che si prospetta una sofferente scalata. Lo incito a continuare, non ha senso mollare adesso, quando mancano un paio di chilometri alla vetta.
Difatti, finita la salita proseguiamo nel breve altopiano che accosta il lago prima di indossare le rispettive mantelline antivento ed imbatterci nella discesa verso Caprile.
Che altro aggiungere, oggi il turismo si è fatto sentire: strade ultra trafficate e miriadi di persone in cima ai vari valichi - specialmente su Gardena e Sella – ad assaporare l'aria delle alte vette dolomitiche.

2 commenti:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Giornata no?
Sulla Marmolada ho visto Bartali che mi parlava!!!

Shaka di Virgo ha detto...

Ti sbagli... era Gianni Motta.