domenica 1 agosto 2010

Giro di mezza estate - Cima Campo


L’aria e la freschezza di queste giornate riporta alle settimane che anticipano l’Autunno, per la precisione a Settembre, che assieme a Maggio é il mese che mi trasmette le migliori sensazioni.
Cima Campo: questa la mèta odierna.
Mattinata fresca e soleggiata quella del primo giorno d’Agosto, ideale per il cicloturismo, con i primi quindici chilometri pianeggianti per scaldar le gambe in vista di Arsiè, laddove la strada si fa seria.
Passata la piazza della sopraccitata cittadina si comincia a pedalare in quelle dolci e continue pendenze che porteranno a Col Perer e poco più tardi sul Cima Campo.
La strada che si accinge a risalire il colle è lunga 19 km, quindici dei quali in salita; sono i classici valichi che mal digerisco e che ben degusta il mio compagno di pedalate, più idoneo alle salite durature e pedalabili.
Sono stati momenti nei quali ho perso la cognizione del tempo, circondato da una vegetazione luccicante di radiosi e mattutini raggi solari.
Superato Col Perer la strada si fa leggermente più disastrata e stretta, lo scenario circostante appare isolato e poco trafficato; macchine e moto passano lanciando, di tanto in tanto, qualche suonata di claxon come gesto di incitamento.
Per quanto concerne le altre caratteristiche dell'ascesa: i tratti peggiori li possiamo trovare nella seconda metà e spaziano dal 8 al 9% di pendenza, con vari settori ristoratori che male non fanno, in special modo se collocati negli ultimissimi chilometri, dove il panorama si apre a distese di pascoli e prati dai colori caldi e degni di un quadro di Van Gogh. La cima proietta a diverse visuali interessanti, una di queste è il lago del Corlo che ci appare nella parte finale dell'ascesa.
Dai 1440 metri del Cima Campo ci siamo poi involati, rigorosamente senza mantellina, nella strada che porta a Castello Tesino.
Discesa determinata dal confine Trento-Belluno, il tratto della carreggiata bellunese è a dir poco impraticabile, viceversa, una volta entrati nel trentino, le strade tornano ad essere ben tenute e con un asfalto che profuma di nuovo. Conclusa la discesa, siamo passati nell'affollato centro abitato di Castello Tesino munito di un fondo stradale in pavè niente male, poi lungo rettilineo ombreggiato verso il bivio per il Passo Brocon, ma visto che le gambe iniziavano a chiedere pietà, la scelta è stata quella di svoltare a destra e proseguire nella discesa che porta a Roà, Chioè quindi Pian del Vescovo e l’immancabile Ponte Serra prima di rientrare nel catino della valbelluna. Da quel momento, i pochi chilometri restanti per raggiungere il luogo di partenza, spaziavano perlopiù tra pianure ed impercettibili cavalcavia. Un'altra Domenica era archiviata.

Una visuale dalla cima del valico



Fontana con alpino in legno (zona Castello Tesino)

La savana di Arten

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