domenica 19 settembre 2010

The shark


Era da vent’anni che un italiano non conquistava la Vuelta a Espana, l’ultimo era stato Marco Giovannetti dopodichè il vuoto.
In realtà se si guarda l'albo d'oro del Giro di Spagna, si noterà che gli itaiani hanno raccolto poco, un pò come gli spagnoli al Giro d'Italia.
A spezzare l’incantesimo durato due decenni ci ha pensato il nuovo astro nascente del ciclismo italiano, lo squalo Vincenzo Nibali che ha vissuto una stagione memorabile. E dopo aver indossato di sfuggita la maglia rosa al Giro d’Italia, il nostro è riuscito a portarsi a casa la rivoluzionaria maglia rossa della più importante corsa della penisola iberica.
Per vincere i grandi giri ci vuole tanta forza ma anche una buona dose di fortuna e a Nibali queste due caratteristiche non sono mancate di certo. Ha avuto la forza di essere il più regolare di tutti nell’arco delle tre settimane e la fortuna di confrontarsi con corridori abbastanza battibili.
Il mattatore delle prime due settimane era stato lo spagnolo Igor Anton vincitore degli arrivi di Valdepenas e Andorra, ma la sventura lo avrebbe tagliato fuori alle porte dell’ultima settimana costringendolo al ritiro.
A raccogliere l’eredità lasciata dal corridore basco ci ha pensato Nibali il quale ha dovuto vedersela con l’altro scalatore spagnolo, Joaquin Rodriguez, maglia rossa al termine della 16° tappa con arrivo a Cotobello.
Il resto lo sappiamo: nella lunga cronometro di Penafiel, Rodriguez ha perso un botto di minuti dal siciliano uscendo inevitabilmente dai giochi e passando la palla al connazionale Ezequiel Mosquera che, alla soglia dei trentacinque anni, si sta riprendendo il “tempo perso” in gioventù.
Uno dei più forti di questa Vuelta targata 2010 è stato lo slovacco Peter Velits il quale ha dimostrato ottime doti nelle prove contro il tempo e valida resistenza anche nelle tappe di alta montagna. Per lui un podio che deve far riflettere in prospettiva futura.
Chi invece ha pagato gli sforzi di una stagione in parte già scritta sono stati lo stacanovista Carlos Sastre (che un posto nei dieci l’ha comunque raccolto) e il russo Denis Menchov. Meglio di loro Franck Schleck anche se la condizione non ha rispecchiato quella del Giro di Svizzera.
Ed ora si entra nel gran finale di stagione con la settimana iridata, la Parigi- Tours e per finire l’immancabile classica delle foglie morte che decreterà la conclusione di questo duemila10 ciclistico.

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