mercoledì 4 novembre 2009

2007

Bettini nella storia

In questa stagione viene escluso Ivan Basso, da poco approdato alla Discovery Channel, coinvolto nell’Operacion Puerto, rimarrà fuori per quasi due anni. L’Italia, orfana, cerca nelle nuove leve nomi di rango, intanto, alla Milano-Sanremo vince per la seconda volta Freire Gomez. Al Giro delle Fiandre la vittoria va ad Alessandro Ballan, terzo è Paolini, diversamente, alla Parigi-Roubaix vince un australiano, il primo del suo paese, un nome blasonato quale Stuart O’Grady.
All’Amstel Schumacher sconfigge Rebellin e Di Luca, Rebellin si prenderà poi la rivincita alla Freccia Vallone sconfiggendo Valverde e un Di Luca abbonato ai terzi posti.
Danilo è in palla e qualche giorno più tardi conquista la Liegi sconfiggendo Valverde e Franck Schleck. L’abruzzese è anche molto blasonato in prospettiva Giro d’Italia, all’orizzonte non sembrano esserci grandi rivali.
Il Giro difatti inizia nel migliore dei modi, è sua la cronosquadre e l’arrivo in salita a Montevergine, va forte anche al Santuario della Madonna della Guardia vincendo poi il tappone alpino dell’Izoard con arrivo a Briancon.
La giornata che segnerà la definitiva vittoria sarà la tappa delle Tre Cime di Lavaredo vinta dal giovane Riccardo Riccò su Piepoli. Quel giorno ci ricorderemo soprattutto dell’attacco in coppia di Savoldelli e Mazzoleni, quest’ultimo risale in classifica al secondo posto senza tuttavia impensierire la maglia rosa.
Nella giornata dello Zoncolan, sorprende soprattutto il fratellino Andy Schleck, capace a 22 anni di un secondo posto mozzafiato nella generale, stacca Di Luca e viene preceduto solo dal duo Saunier Duval, Simoni e Piepoli.
Per Di Luca è fatta, perde altro terreno nella prova contro il tempo di Verona ma a Milano conserva 1’55” su Andy Schleck e 2’25” su Mazzoleni.
E’ il Giro del cambio generazionale, a vincere è un non giovane ma dietro sia Schleck junior che Riccò scalpitano in vista del 2008.
Passiamo al Tour de France, un Tour drammatico per via dei soliti scandali doping. Doveva essere il Tour di Vinokourov ma causa una caduta, il kazako si ritroverà ad arrancare. Non lo accetterà.
La corsa è senza leader, a Tignes Rasmussen s’inventa la fuga da lontano e conquista la maglia gialla. Nei giorni seguenti si susseguono gli scatti, brilla specialmente Contador, questo nuovo volto iberico ritornato da un brutto infortunio.
Rasmussen dispone di oltre due minuti su Valverde e Mayo, ma sappiamo quali sono le sue lacune a cronometro… Cronometro vinta da Vinokourov che fino a qualche giorno prima non stava nemmeno in piedi. Rasmussen se la cava benissimo e mantiene il giallo per un minuto su Evans e due minuto e mezzo su Contador.
Quando cominciano i Pirenei, diventa un duello tra Rasmussen e Contador, a Plateau de Beille vince lo spagnolo mentre cede clamorosamente Evans, abbandonando così i propositi di vittoria.
Il giorno successivo nel tappone di Loudenville, Vinokourov fa bis, verrà poi espulso dalla corsa per trasfusione di sangue.
Nella tappa successiva Rasmussen sembra chiudere il Tour, stacca tutti e vince sull’Aubisque, ipotecando così la possibile vittoria finale. Ma la sera stessa viene cacciato dal Tour dalla sua squadra per avere mentito sulla sua reperibilità nel mese di giugno ed alimentando così i sospetti di doping sul suo conto. Tutta colpa di Cassani!
La Grand Boucle è caduta di nuovo in disgrazia, non era bastato il caso Landis del 2006, nel 2007 si raddoppia e a Parigi si arriva con una classifica segnata inesorabilmente. La cronometro finale vinta da Leipheimar consegna a Contador la vittoria finale che vince a sorpresa per soli 23” sull’australiano Cadel Evans.
Ma di questo Tour si ricorderà ben altro.
Alla Vuelta, la Russia domina e contrasta in modo egregio gli spagnoli, disabituati all’egemonia di qualche anno fa. La vittoria va a Denis Menchov che ha la meglio su Sastre e Samuel Sanchez, Evans è quarto. Per Menchov è la seconda Vuelta in tre anni, per molti è destinato a diventare un volto importante in prospettiva Tour de France.
Passiamo poi al Mondiale di Stoccarda. L’Italia vince il medagliere grazie anche alla vittoria di Marta Bastianelli nella prova in linea delle donne, oltre al bronzo della Bronzini.
Ritornando ai professionisti, la prova a cronometro è vinta di nuovo da Cancellara che sconfigge Bodrogi e Clement.
Il momento clou lo viviamo nella prova in linea degli uomini, Paolo Bettini risponde a chi non lo voleva in corsa con uno sprint al cardiopalma che lo corona per la seconda volta consecutiva campione del mondo.
La stagione si conclude qualche settimana più tardi con il consueto Lombardia, la sfida è italiana, Riccò vs Cunego, vinta dal veronese che fa bis, quarto Andy Schleck il quale incombe sulla stagione futura in modo molto pericoloso.

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