lunedì 5 aprile 2010

Ancora San Boldo

Ancora lui, ma in un giro completamente diverso rispetto a quello di venerdì, apparte il tratto Tovena-San Antonio.
La mattinata si preannunciava tutt’altro che favorevole, il cielo era grigio, la strada bagnata e come se non bastasse, ad affievolire questo quadretto, c’erano dei corvi che svolazzavano di qua e di là in cerca di cibo di cui saziarsi.
Trovatomi con Manuel dopo otto chilometri, si è partiti nella trafficata e monotona strada che congiunge la valbelluna e la marca trevigiana.
Tutto tranquillo nei primi chilometri che anticipano Vas e che accostano in una strada dritta e lineare il fiume Piave.
Passato il cartello “Benvenuti a Treviso: se la vedi ti innamori”, si svolta a sinistra e cominciano i mangia e bevi.
Il primo è quello di San Vito, che anticipa Valdobbiadene, dove chiedo a Manuel quale via voglia prendere, quella più nervosa e breve oppure quella facile ma più lunga; la scelta cade sulla prima.
Così, usciti indenni dal mercato che inframmezzava la cittadina, si imbocca una strada che evade dal casino generale e spazia tra le piantagioni di uva (ideale sarebbe un’uscita ad agosto/settembre finalizzata solo ed esclusivamente per i grappoli).
E’ tutto un su e giù per diversi chilometri e ciò rende il proseguimento tutto fuorché noioso, allietato da paesini pittoreschi dei quali ricordo con particolare piacere quello di Santo Stefano, situato poco prima dello strappo che porta a Combai.
Inutile dire che in queste zone, di ciclisti ce ne sono a bizzeffe. Raggiunto Combai si scende di un paio di chilometri e si pedala dapprima a Follina e più tardi a Cison di Valmarino dove c’è l’inquietante cartello Praderadego 7.
Noi proseguiamo dritti in una strada in falsopiano che diventerà più ardua causa un vento contrario che ci perseguiterà anche nei primi chilometri del San Boldo.
Finalmente il cielo si fa più sereno, anche Tovena è oramai questione di poche pedalate, a quel punto si comincia a salire per quei sei chilometri già scalati tre giorni addietro.
Tutto bello, apparte l’ultimo chilometro con i semafori che rompono sonoramente le scatole… e non solo.
Le sensazioni di scalata sono state più buone rispetto all’altro giorno. Dalla cima Si scende di un paio di chilometri, si risale brevemente in quel di Sant'Antonio e si prosegue verso il paese del libro, dove cominciano gli ultimi chilometri che alterneranno pianura, falsopiani e qualche salitella.
Oggi siamo andati contro ogni pronostico meteorologico partendo con sei gradi e un cielo molto cupo e tornati con un sole e delle temperature ideali per praticare sport. A referto ottantacinque chilometri, San Boldo fatto due volte in quattro giorni e per uno come me che ama la varietà e il varietà, direi che per ora può bastare, difficilmente ci tornerò nei prossimi mesi.

2 commenti:

Nicola Dalto ha detto...

Bel giro complimenti, certo che se non ci fossero i smafori sul S Boldo sarebbe piu'piacevole scalarlo senza pensare di dover fermarsi...io oggi mtb tranquillo peccato per il fango...

filippo ha detto...

bella la strada che da Valdobbiadene porta all'imbocco del san Boldo.. anche se il Combai è leggermente più impegnativo dal lato opposto.. altra variante è da Valdobbiadene salire verso il Cesen e poi scendere in direzione casere budui (anche se la strada in discesa è molto sconnessa)..