venerdì 2 aprile 2010

Uscita fresca di giornata

Nel pomeriggio, sfruttando una giornata fresca e molto variabile, ho deciso di fare un giro ad anello dall’altimetria completa. I primi venticinque chilometri sono stati i più noiosi essendo in pianura o in leggero falsopiano, le località si susseguivano una dopo l’altra: Levego, Cadola prima di avvicinarmi e accostare il Lago di Santa Croce, nel quale si specchiavano quelle narcisiste e innevate pre Alpi. E' stato il ricordo più bello dell’intero giro. Un giro che ha cominciato a smuoversi solamente dopo quel breve scalino (Sella di Fadalto) che dal versante del lago è ancora più facile di quello della provincia di TV.
Il cielo era assai minaccioso, alternava tratti di azzurro a nuvole nere che rimanevano immobili a fissare il vuoto.
La discesa del Sella di Fadalto è dolce,nemmeno troppo insidiosa e accosta un lago che anticipa la località di San Floriano, a quel punto ricomincia la pianura che porta a Vittorio Veneto ma io ho svoltato al bivio precedente dove inizia un’altra salitella dolce e breve che anticipa il paese di Revine. Fatta questa, ritorno a pedalare in pianura accostando altri due laghi che avevano più le sembianze di stagni, ad ogni modo Tovena fa molto presto ad arrivare e a quel punto, come ben sappiamo, non mi resta che salire.
L’inconfondibile gola del Passo San Boldo ha il cielo azzurro e a discapito delle nuvole incontrate nei dintorni, capisco che per oggi non ci sarà pioggia.
L’ho scalata varie volte questa salita “lunga” circa sei chilometri, dalla pendenza media del 7,5% e devo dire che rimane una signora salita, certamente non duratura, ma non da meno di asperità dolomitiche più blasonate (vedi Pordoi).
La strada prosegue circondata di alberi e rocce, oltre agli immancabili tornanti che non fanno mai male a fiato e gambe. Non riscontro grosse difficoltà nei primi quattro chilometri, a parere mio i più belli essendo ancora nel tratto boschivo, ma da quando iniziano i semafori e le gallerie, non solo le pendenze passano all’11%, ma soprattutto non si può più stare tranquilli visto che la strada all'interno delle gallerie è stretta e se c’è traffico bisogna pure stare attenti alle auto.


Raggiungo la cima affaticato, col Boldo non ho mai avuto un rapporto troppo amichevole, sarà che mi capita di scalarlo solo nei primi mesi, quando la condizione è ancora insufficiente.
Mantellina e via, scendo di quattro chilometri circa e poi ricomincio a salire in quel km che porta a St Anthony di Tortal dove,invece di proseguire dritto per la discesa, decido di girare a destra e cominciare un’altra salita, breve, ma pur sempre salita… abbastanza pendente e con le gambe che non giravano più come prima, salvate dal 34x25.
Quella che in precedenza era solamente brezza, lungo la strada che porta sulla cima diventerà un vento freddo e più deciso. Quattro chilometri circa di pendenze prima di raggiungere l’altopiano che prosegue per qualche chilometro in quel di Valmorel. Ma una volta arrivato a Pranolz, la curiosità mi ha fatto prendere la decisione di svoltare a sinistra e imboccare una strada mai affrontata in precedenza, ovvero il versante di Valmorel da Trichiana che ho pedalato in discesa senza rimanerne affascinato. Le pre Alpi illuminate dai raggi solari erano ferme ed imponenti, sembravano molto lontane, quasi inarrivabili.
Dopo tre ore e mezza in sella, gli ottanta venivano segnati, le temperature si facevano più taglienti ma l'arrivo era divenuto questione di poche pedalate.

3 commenti:

filippo ha detto...

Bel giro.. uno di quelli che avrei in mente di fare.. anche perchè a giugno probabilmente vengo qualche giorno sul nevegal.
Ma dopo Valmorel puoi comunque scendere verso belluno?..

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Certo! Mi pare che torni sulla SS e con pochi km. ci arrivi, seguendo le indicazioni per Limana o Castion. Entrambe poi hanno il loro cartello "Belluno".

Marco ha detto...

Ha già detto tutto Manuel!
Da Valmorel a Belluno sono una quindicina di km, poco più, a seconda di quale strada prendi.