sabato 17 aprile 2010

Enego e ritorno

Per questo week end l’intenzione era quella di fare un giro che incrementasse il fondo e così è stato, con tanto di espatriata nella provincia di Vicensa. Le temperature erano favorevoli e spaziavano dai quindici ai venti gradi centigradi, il cielo non era messo male, anzi, apparte alcune nuvole minacciose appollaiate dietro le vette, sembrava tutto stabile.
Sono partito poco dopo le dieci "usando", come consueto riscaldamento per le gambe, i primi chilometri ondulati nei quali ho avvertito un leggero fastidio al vasto mediale del quadricipite.
Immerso nel tratto boschivo che anticipa Fastro, ho iniziato a percepire sensazioni positive e così mi sono involato senza troppo pudore giù per le Scale di Primolano dove al primo tornante mi è partita la ruota posteriore, causa l’asfalto maltenuto e sporco di sabbia, riuscendo tuttavia a riprendere il giusto bilanciamento della bicicletta ed evitare di rovinare a terra. Ma come caspita si fa a tenere una strada in quelle condizioni!?
Raggiunto Primolano, ho girato a destra iniziando la salita di undici chilometri che porta nel centro abitato di Enego.
Una salita facile, da passisti, che raramente presenta tratti fastidiosi, non a caso la pendenza media è del 4,7%.
Paesaggisticamente parlando, non mi è piaciuta, non offre nulla di particolare e il contorno spazia tra prati e colline comuni. L’ho presa in modo agile per salvaguardare la condizione in vista del ritorno e soprattutto per non forzare la gamba dx che non è ancora al top dopo la contrattura di una decina di giorni addietro.


Mentre salivo, il sole si era fatto più tenue e nelle valli delle vicinanze si cominciava ad intravedere aria di pioggia, difatti una volta arrivato nella bella cittadina di Enego il tutto era nuvoloso.
Breve break nel quale mi sono alimentato a dovere per affrontare senza spiacevoli imprevisti il ritorno a casa. Sceso poi in quel di Primolano, sono salito su per le Scale, tre chilometri non troppo impegnativi che terminano a Fastro, dove ha iniziato a piovere e tirare una brutta aria.
Fermatomi ad Arsiè per mettere mantellina e gambali, ho inforcato la bici sotto una pioggia sempre più fitta che è rimasta tale per almeno venticinque chilometri. Arrivato a Feltre il cielo si è riaperto e sono potuto ritornare a casa senza grossi fastidi, ma ormai ero grondante. Questo è Aprile.
Novantasei chilometri pedalati in quattro ore superando di qualche metro i mille di dislivello. Per la prossima settimana l’intenzione è quella di fare un giro simile ma non troppo, salire a Castello Tesino da Grigno, ascesa mai fatta come del resto non avevo mai fatto quella odierna di Enego.

1 commento:

filippo ha detto...

bel giro.. appena ho un pò più di fondo ne organizziamo uno su per asiago..;)