giovedì 7 maggio 2009

Un giro nelle forcelle

E’ una di quelle giornate primaverili che non hanno nulla da invidiare a quelle di piena Estate. Opto per un giro non facilissimo.
Nel cielo non c’è alcuna nuvola e la temperatura è ideale, anzi, il caldo si fa sentire in modo concreto nelle conche. Proseguo nei primi quindici chilometri vallonati a ritmo abbastanza basso, quindi entro nella val del Mis e accosto il lago. Superato il ponte comincio una strada ruvida che accosta sulla destra la parete rocciosa e sulla sinistra rocce e fiumi. Il paesaggio è splendido quando è bel tempo. La strada in falsopiano prosegue solitaria lungo la valle, man mano appaiono le caratteristiche gallerie scavate nella roccia. Comincia poi la prima fatica di giornata, il Forcella Franche che da questo versante presenta pendenze insipide per chi non è ancora in forma. Lungo i tornanti appaiono nomi molto simili di località del luogo: Le Foche, Le Case, quindi Tiser e poco dopo, gli ultimi cinquecento metri del valico, taglia gambe. In cima c’è il bivio e prendo la strada di destra, quella che si dirige a Gosaldo o sul Cereda, a piacimento del turista.
In questi sei chilometri la strada è principalmente immersa nel bosco, gli unici suoni che si sentono sono quelli del cinguettare degli uccelli. Si respira aria di montagna e da lontano appaiono le vette dolomitiche. In vari settori la strada viene accostata dalle rocce creando un’atmosfera molto suggestiva.
A Gosaldo sosta e rifornimento di acqua, buonissima. Comincia poi la seconda salita di giornata che porterà in cima al Forcella Aurine, tre chilometri e mezzo di cui solo pochi tratti sono davvero duri. Il panorama è fantastico, si pedala con davanti una specie di quadro nel quale dominano le pallide montagne esaltate dal sole. In cima al valico non c’è nessuno e nel sottobosco si può ancora notare qualche residuo di neve. In effetti, nonostante sia una giornata calda, a 1300 metri di altitudine il clima cambia inesorabilmente. Mantellina e via verso Voltago Agordino, otto chilometri di discesa maestosa e senza particolari pericoli, quindi svolta verso Rivamonte prima di ritornare in cima al Forcella Franche dal versante più facile. Nessun problema anche se la stanchezza comincia a farsi sentire. Di nuovo mantellina e giù lungo la valle del Mis, tratto veloce dove riesco a riposarmi e recuperare in vista degli ultimi venticinque chilometri vallonati che conducono a casa.
Un giro sicuramente bello, specialmente per gli appassionati dei luoghi fuori dal casino generale. Altimetricamente parlando, se non si è abituati alla salita, diventa molto ardua come cosa ma se non si è mal organizzati come il sottoscritto, si può partire alla mattina e prendersi più ore a disposizione anche per ammirare meglio i diversi panorami lungo il percorso.

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