venerdì 24 luglio 2009

Sellaronda

foto di Manuel

Il 19 Luglio è stata la volta del Sellaronda, un giro che mi ero prefissato dall’anno scorso e che puntualmente è arrivato a Luglio. Tutto progettato in modo impeccabile, a partire dalla giornata che meteorologicamente è stata una delle migliori in assoluto dall’inizio dell’Estate.
Partenza da Arabba, ore 8:50 non da solo ma con Manuel, grande esperto del percorso visto che mi raccontava di averla fatta già parecchie volte negli anni.
Il primo passo di giornata sarà il Pordoi, conosciutissimo per le antiche gesta dei corridori degli anni che furono.
Va su abbastanza regolare e dopo un po’ di tornanti si comincia ad ammirare la vallata che sta alle nostre spalle. Sarà stata l’ora ma che io ricordi mentre si saliva c’era poca gente, molta di più una volta in cima, come si dice, una bolgia. Poco più di tre quarti d’ora per raggiungere i 2239 metri del mitico passo dove c’è il monumento dedicato a Fausto Coppi, pieno zeppo di gente grazie anche al passaggio di una gara di trekking. In mezzo al “bailame” riconosco un corridore professionista vincitore della tappa di Faenza all’ultimo Giro d’Italia, così suggerisco a Manuel di chiedere se sia lui: e difatti è lui, Bertagnolli. Si discute un po’, poi dice di dover andare a fare quattro ore di allenamento, così lo salutiamo e ci buttiamo giù dall’altro versante del Pordoi.
Discesa freddissima ma per fortuna dura poco, il bivio con il Sella ci evita l’assideramento. Rimango innamorato del Passo Sella (2240 metri sul livello del mare), sei chilometri da vivere, fantastici e con panorami unici. Una salita ben più dura del Pordoi e che vale la pena fare. Sulla cima c’è meno posto ma la gente anche in questo caso non manca, sarà la cima più alta della giornata.
Da qui si può dire che le salite più dure sono tutte alle spalle, scesi dal Sella comincia il Gardena il quale non presenta grandi difficoltà ma che, come paesaggio, vale anch’esso la pena di vivere. Nonostante i suoi 2121 mslm, è più freddo sia del Pordoi che del Sella. Una volta arrivati in cima piccolo rifornimento prima di involarsi verso Corvara in Badia. Lungo la discesa notiamo una marea di ciclisti, sembrava il Giro d’Italia.
Arrivati a Corvara rimane solo un passo, il Campolongo (1865 mslm), non affascinante come gli altri tre, però c’è da dire che a fine giro uno non ha nemmeno più la voglia di guardarsi troppo attorno. Il caldo comincia a farsi sentire, mezzogiorno è ormai passato e nonostante l’altitudine, la temperatura rispetto agli altri passi è completamente cambiata. Sul Campolongo incontreremo delle simpatiche signore che già avevamo incontrato in precedenza sul Pordoi e che ci avranno scattato un rullino di foto. Il bello del Sellaronda, come suggeriva Manuel, è il fatto che nell’arco del giro si possono incontrare più volte le stesse persone.
Il giro finisce una volta scesi dal Campolongo, inutile soffermarsi sulle descrizioni degli scenari dolomitici, li conosciamo bene e una fotografia a volte sostituisce i lunghi discorsi che vengono fatti.
Il Sellaronda è qualcosa di unico, mi va di suggerirlo a chi ancora non l’ha fatto, non troppo impegnativo e accessibile con un minimo di allenamento alle spalle, ti assicura una giornata bella, serena e per molti indimenticabile.

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Bertagnolli senza casco! Non va mica bene così...
e comunque anche lui ha confermato i terribili pomeriggi su RAIDUE a sentire cip & ciop a parlare del niente.