mercoledì 2 settembre 2009

2000

L'anno del Giubileo, ma anche l'anno della sfida titanica


Comincia con questo articolo il riassunto personale del decennio ciclistico, spaziando nei miei ricordi di ciò che ho vissuto.
Premettendo che alle soglie del nuovo millennio avevo molta più passione di oggi e che cadevo dalle nuvole alla parola doping, posso assolutamente dire che a quel tempo vedevo il tutto in modo più positivo.
Ricordo un Giro d’Italia abbastanza scadente, non c’erano nomi troppo illustri e soprattutto la mancanza di un Pantani al top fece risultare quel Giro un po’ moscio. Casagrande fece una grande azione sull’Abetone andando a prendersi una maglia rosa che, secondo le teorie, avrebbe potuto portare sino a Milano. Ma l’imprevedibilità è dietro l’angolo, il toscano non riuscì più nei giorni successivi a fare il vuoto e piano piano, da dietro, riemersero Simoni e Garzelli. L’epilogo arriverà nella tappa di Briancon che presentava l’Agnello e poi l’Izoard.
Fino a quel giorno Pantani non si era mai visto, ma nelle salite che confinano con la Francia, il pirata riemerse dalle acque diventando per un giorno il gregario di lusso del compagno di squadra Garzelli. Illuse Simoni sull’Izoard, sfiancandolo. Casagrande era già visibilmente in calando e rimaneva appeso alla bilancia ancora per poco. Con l’aiuto di Pantani, Garzelli si ritrovò la sera di Briancon a due passi dalla maglia rosa che era ancora addosso a Casagrande. Il giorno successivo ci pensò la cronometro del Sestriere a sancire la vittoria di Garzelli ma di quel Giro, oggi come oggi, ci si ricorda ancora una volta la “rinascita” seppur brevissima di Pantani.
Nell’Estate che vedeva Vamos a bailar in testa alla hit parade, uno scontro atteso si consumava sulle strade francesi. Come nei migliori film di azione si può intitolare il tutto come “Pantani, la sfida più difficile”. Così fu.
La cronosquadre lo fece scivolare molto in basso nella classifica, ma due anni prima con un distacco ancora più pesante seppe capovolgere la situazione. Sognare a volte fa bene ma non sempre si può vivere in una favola.
La sera buia di Hautacam, Lance Armstrong aveva già chiuso il Tour, infliggendo distacchi pesanti sia a Ullrich che ad un Pantani anni luce lontano da quel Pantani che dodici mesi prima vinceva ogni arrivo in salita.
Poi arrivò il giorno del Ventoux ma Pantani stentava ancora una volta a tenere le ruote del gruppo maglia gialla. “E’ finito, senza la roba non va da nessuna parte”, queste le frasi di un’Italia che lo aveva già in parte lasciato, ma che all’occorrenza lo andava a riprendere. Invece no, l’elefantino – come lo chiamava il texano – rientrò nel gruppo e cominciò la danza macabra. Piantò vari scatti prima di rimanere solo. La folla questa volta impazzisce “Vedi che forse oggi vince” ma l’illusione durò pochi istanti, Armstrong rientrò prepotentemente prendendosi quasi gioco dello scalatore romagnolo, il quale, quel giorno era inferiore ad Armstrong ma ebbe la forza di tenerlo sino all’arrivo, dove il texano gli lasciò la vittoria.
Cominciarono poi le polemiche, Pantani non apprezzò il fatto che l’americano andasse in giro dicendo che lo aveva fatto vincere e già sull’Izoard i due ricominciarono a martellarsi.
Diciamoci la verità, dei due chi cominciava a saltare era soprattutto l’americano, non più brillante come qualche giorno prima, anche se la classifica era dalla sua, probabilmente veniva a mancare la lucidità mentale che lo ha sempre contraddistinto.
Fu Courchevel la giornata del giudizio, lì Pantani ritornò davvero Pantani, ma solo per una giornata. Quel giorno staccò Armstrong e arrivò solo all’arrivo andando a prendersi una vittoria simbolo, fra l'altro l’ultima della sua carriera.
Il giorno dopo tentò il volo folle, simile ad Icaro, destinato però ad avere esiti negativi. La fuga nacque sotto una brutta stella, Marco non ebbe appoggio da altri fuggitivi e in più si alimentò male finendo ben presto in crisi di fame. Tutto ciò servì a mandare in crisi Lance Armstrong, ancora una volta battuto, questa volta indirettamente.
Armstrong vinse il Tour, Pantani si ritirò la sera stessa di Morzine e li si può dire che finì l’era del pirata e delle bandane, durata troppo poco ma si sa, le cose belle sono sempre di sfuggita.
Al di fuori di Giro e Tour non ho particolari ricordi, Jan Ullrich vinse le Olimpiadi di Sidney riscattando la sua stagione non esaltante, il Mondiale andò a sorpresa al lettone Vainsteins, fu l’anno della seconda vittoria di Musseuw alla Parigi-Roubaix e della terza vittoria di Zabel alla Milano-Sanremo.
Fu anche un anno senza grossi scandali doping ma quelli sarebbero venuti a valanghe negli anni a venire.

>>>to be continued 2001>>>