sabato 6 febbraio 2010

Monte Terminillo (Mons Tetricus)

1° puntata: Monte Terminillo


Il primo arrivo in salita del prossimo Giro d’Italia sarà situato sul Monte Terminillo (o Mons Tretricus), asperità lunga e selettiva, che creerà una prima panoramica della classifica generale. Il 16 Maggio non è poi così lontano, la tappa sarà di 189 chilometri e lascerà sicuramente il segno.
Ma quali sono le origini ciclistiche del Terminillo? Fu prima di tutto “lanciato” da Benito Mussolini, il quale non perse tempo nel dare ordine di costruire la strada che da Rieti s’inerpica lungo il colle. Da qui le promozioni pubblicitarie usando il palcoscenico del Giro d’Italia.
Fu ideata la cronoscalata Rieti-Terminillo che diventò un rituale della corsa rosa dal ’36 al ’39. Primo vincitore fu Olmo ma erano gli anni di Bartali il quale vinse la cronoscalata l’anno successivo portandosi a casa anche la prestigiosa maglia di leader. Nel trentotto e trentanove, anticipando l’ascesa al trono di Coppi, a fare la voce grossa fu Giovanni Valetti, vincitore di quelle due edizioni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quella che per alcuni anni era divenuta una salita importante per la manifestazione ciclistica italiana, perse lustro tracollando nell’oblio più completo.
Fu ripresa negli anni sessanta come semplice abbellimento di frazioni che si concludevano a Rieti, prima di vivere altri sedici anni di digiuno. Ricomparsa nel settantotto e successivamente nel ’81 e ’86, ritornò finalmente come arrivo in salita solo l’anno successivo quando a vincere fu Jean Claude Bagot, nella stagione del Roche cannibale.
Di passaggio nel ’91, è di nuovo arrivo nel 1992, quando Luis Herrera diede l’ultima zampata da leone prima di appendere la bici al chiodo.
Ritroviamo il Terminillo nell’edizione del 1997: Pavel Tonkov vive una prima settimana da urlo, vince la cronometro di San Marino e due giorni più tardi, nella quinta tappa con arrivo sul Mons Tetricus, si ritrova vestito di rosa ma stretto nella morsa del trio Leblanc, Pantani, Gotti.
Tre ossi duri ma alla fine, il cosacco dell’armata rossa ha la meglio e porta a casa la seconda vittoria di tappa, in un’edizione che lo vedrà secondo a Milano alle spalle di quel Gotti capace di riportare in Italia un Giro che per cinque anni era stato dominato dalle compagini straniere.
Sei anni più tardi sarà la volta di Stefano Garzelli, ritornato da un periodo di stop causa doping, riesce a correre una prima parte di Giro da padrone, basti pensare che quattro giorni prima aveva già esultato alle Terme Luigiane.
Ma sul Terminillo, Garzelli eccede, non si fa intimorire dal ritmo forsennato imposto dalla Saeco di Simoni e quando quest’ultimo accenna l’attacco è lo stesso Garzelli a rispondere e tenere testa al trentino sino all’arrivo, dove, come da pronostico, lo brucia. Per Stefano, la maglia rosa durerà solo due giorni, ma vivrà una sorta di rinascita terminando secondo nella classifica finale dominata da Simoni.
A tre anni dall’ultimo fuggiasco passaggio, siamo qui ad aspettare di nuovo un degno arrivo su un monte che non è mai passato inosservato per quanto concerne la classifica finale. C’è da dire che dal dopoguerra ad oggi, chi ha vinto sul Terminillo ha poi perso il Giro e questo potrebbe accadere anche quest’anno, essendo la prima tappa importante, sarà determinante ma al tempo stesso una bella lotteria e non è detto che vengano a crearsi distacchi abissali. E’ sicuramente l’occasione adatta per Pellizotti, il delfino di Bibione non credo si farà molti scrupoli a staccare gli avversi e soprattutto l’Avversario (Basso). Attenti a Sastre, anche se quest’ultimo lo vedo meglio sulle Alpi ed un occhio di riguardo lo riserviamo anche a quel Riccardo Riccò che ha dalla sua le caratteristiche giuste per papparsi molte tappe del Giro, non ultima quella del Terminillo. Basso ed Evans dovranno soprattutto marcare a uomo, di sicuro non potranno vincere una fantomatica volata a ranghi ristretti, a loro basterà scremare il gruppo e pregare di avere la gamba adatta per rimanere da soli prima dell’ultimo chilometro. Cosa non facile in una salita come questa.

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