sabato 20 dicembre 2008

Trieste... nel 1998 a Zulle

'98... una sfida a tre

Trieste è l’arrivo della seconda frazione. Nel 2009 una tappa in linea adatta ai velocisti, ma chi ha la memoria lunga ricorderà che Trieste ha spesso proposto una cronometro. L’ultima nel 2004 con la vittoria di Sergei Gontchar.
Sei anni prima, epilogo molto diverso, meno chilometri ma più distacchi. Ricordo che rimasi impressionato da quello svizzero che a cronometro sembrava e probabilmente era l’erede di Miguel Indurain. Alex Zulle, che a quel tempo aveva già vinto due Vuelte e un Mondiale a cronometro, era l’uomo da battere in un Giro d’Italia dal percorso misto. Nelle prime due settimane, lo svizzero dominò sia a cronometro che in salita. Quell’anno il Giro partiva da Nizza, in Francia, con un cronoprologo di 7 km che la talpa svizzera vinse puntualmente sconfiggendo Gontchar. Nei giorni successivi vivemmo la sfida fra Pantani e Bartoli sui colli liguri e non.
A Lago Laceno (sesta tappa), primo arrivo in salita, i più attesi sono ancora Bartoli e Pantani… Nessuno si aspettava che fosse proprio Alex Zulle il più forte. Rispose allo scatto di Pantani e se ne andò tutto solo verso l’arrivo guadagnando oltre venti secondi in 4 km.
Le sfide continuano, Pantani rosicchia, quando può, qualche secondo alla maglia rosa, ma per ora gli arrivi sono troppo soft per poter creare grossi distacchi.
Arriva la quattordicesima tappa e Piancavallo fa capire che Zulle è battibile. Pantani attacca e guadagna una decina di secondi su Zulle e un Tonkov in crescita. Ma il giorno successivo…
Dopo Piancavallo il Friuli ospita anche Trieste, per la famosa cronometro passata alla storia come la grande galoppata di Alex Zulle. Lo svizzero, detentore della maglia rosa, partiva per ultimo.. I migliori prima dell’arrivo degli ultimi tre (Tonkov, Pantani e Zulle) furono Gontchar, Dominguez e un sorprendente Bartoli.
Quando arriva Tonkov il ritardo è di 29” da Gontchar ma il vero uragano deve ancora arrivare: Zulle che era partito tre minuti dopo Pantani, riesce a recuperarlo e a superarlo a velocità doppia andando dritto verso il traguardo di Trieste alla media di 53,771 in 40 km non completamente piatti. Pantani finisce a 3’26” e ammette la dura sconfitta, Tonkov si salva al terzo posto a 1’22” mentre il primo dei terrestri è Gontchar a 53”.
Come prevedibile, dopo il picco di forma, Zulle cominciò giorno dopo giorno a tracollare sempre più. Nella tappa di Selva di Val Gardena, Pantani attaccò insieme a Guerini sulla Marmolada e insieme volarono verso l’arrivo guadagnando fior di minuti sui diretti avversari. Zulle perse la maglia che passò a Pantani il quale riuscì il giorno successivo a difendersi da Tonkov all’Alpe di Pampeago (vinta dal russo), dove Zulle perse altri 58”. Il capitano della Festina naufragò definitivamente nella tappa di Plan di Montecampione arrivando al traguardo con oltre mezzora. Vinse Pantani che ai meno tre dall’arrivo staccò l’unico avversario rimasto stoicamente alla sua ruota, il russo Pavel Tonkov guadagnando su quest’ultimo 57” in 2800 metri.
Due giorno più tardi, nella tappa di Lugano, dove vinse Gontchar, il pirata che in teoria doveva difendersi da Tonkov, riuscì invece a risultare il più brillante confermando la maglia rosa per l’imminente arrivo a Milano.
Fu un Giro pieno di cambi di scena, sicuramente uno dei più emozionanti degli ultimi trent’anni. Dopo la cronometro di Trieste tutto sembrava finito, probabilmente con i corridori di oggi non sarebbe successo gran che dopo lo schiaffo morale di Zulle. Tonkov e soprattutto Pantani ebbero il coraggio di movimentare la corsa dimostrando che, in un’era in cui i cronoman avevano i favori del tracciato, si poteva comunque ribaltare in pochi giorni una situazione impensabile.

Ritornando con i pensieri a dieci anni fa mi accorgo come alcune cose siano cambiate. Ad oggi non esiste uno scalatore puro, tutti sono diventati specialisti in ogni campo e in pochi eccedono principalmente in una determinata disciplina, preferendo la regolarità o il piazzamento alle emozione e le imprese. Ma il ciclismo può essere a volte anche inventato e questo sport ha bisogno più che mai di persone dalla ricca fantasia “antica”.

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Buone feste e buon Blog 2009, ai lettori di Pensieri Ciclismo (punto) com!
E anca al paron de casa...