domenica 25 gennaio 2009

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Prima uscita

L’ultima Domenica di Gennaio tiene a battesimo il primo giro stagionale, ben 61 km in scioltezza ma che si sono rivelati come macigni. Un consiglio per i neofiti: se volete soffrire il meno possibile ad inizio stagione, cominciate il prima possibile. Alla fin fine le giornate calde si possono trovare anche in un dì di fine Gennaio, quindi, non abbiate paura, buttatevi.
Per quel che mi riguarda, dopo oltre un mese di sport al coperto, sono riemerso dalle acque e ho deciso di sfruttare una giornata di sole. Un mese di stop non è molto, probabilmente sono i sessanta chilometri ad essere troppi per il fisico che deve ripartire. Ma comunque le sensazioni sono state buone, in pianura, assolutamente negative nei pochi chilometri pedalati in salita.
E’ sempre così ed è il bello di questo sport, iniziare faticosamente e man mano, se si ha costanza, sentire che i giri diventano meno faticosi e sempre più lunghi.
L'emozione della Bianchi

Per un italiano appassionato di ciclismo la bicicletta con maggior carisma è certamente la Bianchi. La Bianchi è una delle marche più storiche che ha accompagnato moltissimi campioni in tutti questi decenni. Quante biciclette hanno avuto la fortuna di vincere tanto quanto una Bianchi? Da Costante Girardengo a Fausto Coppi negli anni del bianco e nero, passando poi per Felice Gimondi, il più forte italiano degli anni settanta, prima di esseri riportata in auge da Marco Pantani a fine secolo.
Con quel color verde acqua, i ricordi vanno subito al passato, inutile, chi pedala su di una Bianchi ha già fatto la sua porca figura anche se si stacca al primo cavalcavia.
Oggi c’è la moda dei colori strani, così anche la Bianchi la si può trovare in formato Bianco-nero, rosso o grigio (vedi la riproduzione del primo modello). Ma la vera Bianchi è quella verde acqua, un colore che può essere insignificante su di una macchina ma che desta grandiosità su di una bicicletta.
Ho avuto una Bianchi vari anni fa, la usai per un paio di stagioni, prima di sostituirla (causa misura) con altri bici, non più Bianchi.
L’emozione Bianchi però la ricordo benissimo e anche se era vecchia e mal ridotta, rimaneva una signora bici che poteva competere con le nuove Cannondale o Pinarello dell’epoca.
Ovviamente non sono un fissato delle marche italiane, tutt’altro, non sono nazionalista e neanche sono la persona che crede per forza alle favole che vengono raccontare nel nostro paese. Però, davanti alla Bianchi gli aggettivi vanno sempre in suo favore.

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

La Bianchi è un bel pezzo di storia d'italia. Non solo per il colore celeste Bianchi.
Io ho sempre avuto bici italiane. le ultime 2 Bottecchia (anche mio fratello ha Bottecchia).
W l'Italia!! C'erano le Casati che 6 o 7 anni fa erano proprio belle.
Grazie per la risposta via Mail.
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