martedì 23 marzo 2010

Mortirolo e Aprica

4° puntata: Mortirolo e Aprica


Quattro anni dopo rieccoti quel finale che creò distacchi a dir poco abissali, ma era un Giro particolare, più duro di quello di quest’anno e soprattutto con un Basso formato Armstrong che uccideva la concorrenza.
Che il Mortirolo sia una salita che crea selezione è un falso mito, è sicuramente una salita dalle pendenze proibitive ma se nessuno si muove, i distacchi non si fanno, come del resto in qualunque altra asperità.
La Brescia-Aprica verrà dopo diciotto giorni di corsa e non sarà nemmeno troppo corta (195 km), quindi c’è da aspettarsi che proprio quel giorno venga a crearsi qualche cosa di particolare. Chi andrà forte sul Mortirolo non è detto che faccia fuochi e fulmini sul Tonale, a meno che non stia vivendo il classico momento di grazia. A dirla tutta, potrebbero bastare i tre giorni finali per capovolgere l’intera classifica e cancellare tutto quello successo in precedenza, ma bisognerà avere le cosidette palle e una fantasia abbinata all’intuito non indifferente.
Da Mazzo saranno dodici chilometri all’11% di pendenza media e scusate se è poco, inoltre, una volta in cima al Mortirolo bisognerà mantenere i nervi saldi, scendere in quel di Edolo e ricominciare a salire verso l’Aprica, luogo dove è situato l’arrivo.
Siamo di fronte a due salite completamente differenti e consentitemi di valutare l’Aprica da Edolo un falsopiano di quindici chilometri che non creerà alcuna selezione, al limite stazionerà un fantomatico divario già creatosi sulla cima dedicata al pirata.
E’ una delle giornate più difficili del Giro, forse la giornata più difficile se valutiamo che il giorno successivo è caratterizzato da un numero minore di chilometri e pendenze più accessibili rispetto a quelle che gli atleti incontreranno in questo frangente.
Sarà una tappa importante per la classifica, la maglia rosa potrebbe cambiare oppure consolidarsi ulteriormente.
Ma se il Mortirolo dovesse essere preso con lo spirito del 2008, dubito seriamente che possa venire fuori qualcosa di rilevante. Infine, non dimentichiamoci che molti potrebbero pararsi il fondoschiena e limitarsi a marcare pensando più in prospettiva Tonale/Verona che non alla gloria di aver fatto saltare il banco in una singola tappa.
Favoriti di giornata? Non è facile dirlo, potrebbe fare bene Franco Pellizotti, non dimentichiamoci di Carlos Sastre il quale, per vincere dovrebbe rimanere solo già prima di Edolo. Non la vedo una giornata fantastica per Cadel Evans, meglio di lui Basso che proprio su queste strade quattro anni addietro legittimò in modo esagerato la sua maglia rosa nei confronti dei diretti avversari.
Attenti a Francesco Masciarelli, farò il tifo per lui, oltre che per Carlo Sastre. Infine mi dispiace molto per le assenze di Riccardo Riccò e Josè Rujano, due scommesse che potevano essere vinte.
Una cosa è certa, con un percorso così, se un corridore è una spanna sopra gli altri, deve osare e tentare l’impossibile, dimenticandosi per un attimo di qualunque logica prefissata in partenza.

2 commenti:

filippo ha detto...

devo dire che l'assenza di riccò mi ha lasciato molto perplesso. Zomegnan dice che quelli che hanno subito una condanna per doping, hanno bisogno di un periodo di "osservazione" ulteriore. Non capisco dove si sia inventato questa regola.Scontata la pena, devi poter correre punto. Sarà meglio la Flaminia di Riccò.. che la Vacan Soleil.....

Marco ha detto...

Regola che vale per Riccò ma non per Vinokourov.