venerdì 12 marzo 2010

Ricordi di un gregario

Ricordi di un gregario (Fiorenzo Tomasin)



Ne ho scelto uno a caso ma nel libro “Cosa comanda, sior capitano?” di Ido Da Ros, di aneddoti divertenti ce ne sono davvero tanti.

“Noi gregari finchè eravamo in gruppo e potevamo essere utili ai capitani, bene; altrimenti venivamo abbandonati a noi stessi. Mi è capitato di forare all’inizio di una tappa e di aver dovuto inseguire fino al traguardo. Nella Sestri Levante-Asti del Giro del ’60 ho inseguito per quattro ore. Sono arrivato ultimo a 35 minuti, stavano già togliendo lo striscione d’arrivo. Donato Piazza, che ha corso qualche anno prima di me, mi ha raccontato che in una tappa in cui andavamo ai 50 all’ora Magni ha preteso che lui si fermasse a fare rifornimento di acqua fresca. Il povero Donato ce l’ha messa tutta per raggiungere il capitano, ma, ovviamente, non ci è riuscito. E’ entrato con le borracce nella camera d’albergo, dove Magni si stava già facendo il bagno, e gli ha detto: “To’, Fiorenzo, ecco l’acqua!”. Ma di Magni ho sentito raccontare anche altro. Che, per esempio, in corsa si appoggiava ad un gregario facendosi trainare e, in quella posizione, riusciva addirittura a schiacciare un pisolino. Era furbo e sadico. Se si accorgeva che uno dei suoi cominciava ad andare più forte di lui, lo mandava in continuazione a prendere acqua”.

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