domenica 28 marzo 2010

Valico Le Laste

Ovvero la continuazione di Col Falcon.
La giornata si preannuncia bella, senza alcuna nuvola a macchiare l’azzurro cielo. Le temperature si presentano decisamente più temperate rispetto alle scorse settimane, soprattutto se contiamo che sarebbero state le nove di ieri, divenute le dieci di oggi grazie al cambio del fuso orario. Routine di pianura nell’avvicinamento al Ponte Serra, poi svolta a destra e si sale. Come già scritto qualche settimana fa, Col Falcon è facile, da primi colpi di pedale, costante, da affrontare senza lavorar troppo di denti.
Soffio, refolo e venticello verso il quinto chilometro, quasi a dire “eccoli di nuovo”, quel guardiano che oggi ha solamente accarezzato carbonio e alluminio, senza alcuna insistenza. Una ventata di aria fresca essendo un momento di calura non indifferente sia per me che per Manuel, il quale si è dato daffare a scandire il ritmo fino a Faller, dove ad accoglierci al di fuori della chiesa c’erano delle anziane signore con rami d’ulivo.
Passato il paese, ci si immerge nel sottobosco che ci tiene compagnia praticamente fino alla cima. Come suggeriva il mentore, questo è il classico luogo dove venire a refrigerarsi nel pieno dell’Estate, meglio se in compagnia di qualche lettura.
Bivio sp39, che comincino le danze: quattro chilometri alla cima, i più aspri. Da questo momento l’asfalto diventa a dir poco sconnesso e disastrato, sembra di ritornare indietro di qualche decennio con buchi profondi, strada ruvida e resti di sabbia antineve come contorno.
Le pendenze, finalmente, si fanno serie, dal 7% al 9% per due chilometri, nei quali si è potuta scorgere la neve nel sottobosco che spaziava soprattutto sulla cima.
La strada non cala mai del 6.5% toccando un picco del dieci e mezzo negli ultimi quattrocento metri che anticipano il Valico le Laste (1098 mslm), come riportato nell’altimetria della dodicesima tappa del Giro che celebrava il Giubileo.

Al contrario di come viene scritto, questa salita non va classificata né come il terzo versante del Croce d’Aune né la cima del Monte Avena, bensì un punto di collegamento con esse. Per raggiungere l’Aune dalle Laste, si scende di un chilometro prima di sfrecciare davanti al monumento dedicato a Tullio Campagnolo.
Una volta scesi nella vallata, il più è fatto. Sessanta chilometri in punto per quasi tre ore contando le soste per cambio vestiti e rifornimento, sfiorati i mille metri di dislivello e provata per la prima volta la compatta: dinamica e scorrevole in pianura, agile e più vivibile nei tratti duri delle salite. Un regalo gradito che mi sono concesso in vista di Pasqua.

3 commenti:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

La foto non rende giustizia...
Comunque, oggi Shaka mi fa; "Dobbiamo fare una foto sotto delle palme, perché oggi è la domenica delle palme"
C'è stato un aumento dell'uso del casco tra i ciclisti e le cicliste.
Bene così.

filippo ha detto...

Devo dire che la compatta è un bello strumentino. Perdi un attimino in pianura (50 invece del 53) oppure nelle lunghe discese pedalabili.. ma guadagni decisamente in salita. Che marca hai montato?..(non sapendo che gruppo monti..)

Marco ha detto...

Shimano.