venerdì 6 febbraio 2009

Due acuti sull'Alpe d'Huez

Lezione di scatti ai passistoni

Per Marco Pantani, l’Alpe d’Huez è stato sinonimo di luce, di riscatto, di ritorno. La vince due volte, salendo sempre con tempi strepitosi e seminando il vuoto dietro sé. Sconfigge Miguel Indurain nel 1995 lasciandolo dietro di quasi un minuto e mezzo prima di ritrovarsela di nuovo come arrivo di salita, due anni dopo…

17 Luglio 1997
L’era Indurain è finita. L’ultima volta che Pantani aveva gareggiato al Tour de France, lo spagnolo della Banesto era ancora il numero uno ma di tempo ne è passato e la generazione è velocemente cambiata. Ora c’è l’onda Telekom che sforna un uomo semi bionico di nome Jan Ullrich. Pantani è invece tornato da gravi incidenti che potrebbero averlo condizionato nella carriera. Le sue performance in salita non sono più quelle di un tempo e l’avversario da battere, questa volta sembra imprendibile anche quando la strada pende.
Oggi però c’è una salita che Pantani ama particolarmente, l’ha già vinta due anni fa. Riuscirà a riconfermarsi e ad essere più forte della sfortuna?
In quella tappa i capitani prendono la strada in pole position, cercando di non rimanere ingarbugliati in mezzo al gruppo.
Quando Pantani getta il cappellino giallo, è il segnale che qualcosa sta succedendo. Scatta subito a mani basse seguito dai due rivali più acerrimi, la maglia gialla Ullrich e la maglia a pois Virenque (manca solo la maglia verde Zabel ma come sappiamo, per quanto possa andare forte in salita, non ha il passo di questi tre :D ).
Si capisce già da subito che Pantani sta per rinascere un'altra volta. Il suo scattare a mani basse è una novità, dalla caduta della Milano-Torino il suo stile è radicalmente cambiato,ma le gambe sono sempre molto solide.
Virenque, dopo pochi metri, salta completamente e deve lasciare la presa, poco dopo, anche l’uomo bionico dell’ex Germania dell’Est deve lasciar andare il pirata Marco.
Pantani continua a salire con un ritmo insostenibile ma tutto sommato, Ullrich non molla, imitando il vecchio Indurain, proseguendo del suo passo senza ammazzarsi a star dietro al capitano della Mercatone Uno.
Una volta sul traguardo, Pantani si sfoga con un urlo liberatorio che ha un significato simbolico, come un pugno alla sfortuna, una sorta di liberazione, finalmente può dire di essere tornato quello di prima, senza la paura di vedersi “impedito” come molti “luminari” medici gli avevano annunciato qualche giorno dopo la Milano-Torino.
Ricomincia da qui la seconda parte della carriera del pirata, un breve saluto all’Alpe, sua salita amica che non rivedrà più negli anni a seguire.
>>>prossima puntata: "La sfortuna di Pantani">>>

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Mi sa che il prossimo post sarà lunghetto. di scalogna ne ha avuta parecchia, visto che ha perso almeno 2 stagioni tra una sfiga e l'altra.