sabato 7 febbraio 2009

La sfortuna di Pantani


Di cadute, come ben sappiamo, Pantani ne ha avute a bizzeffe. Ma se valutiamo, un po’ tutti ne abbiamo avute, solo che, a lui capitava spesso e volentieri negli appuntamenti cruciali. Ce ne sono stati di più sfortunati, Fabio Casartelli per esempio, al quale bastò una caduta ma secca per lasciare il Mondo. Da questo punto di vista, Pantani ebbe nella sfortuna anche un minimo di fortuna a non lasciarci le penne, visto che aveva un difetto (o libertà di espressione), ovvero non indossare MAI il casco.
Andiamo a vedere alcune delle più significative cadute del pirata:

Giro baby 1990

“Cadde in una curva come tante, ma solo per un po’ d’olio che nessuno aveva segnalato e che la pioggia aveva reso micidiale” (cit. dal libro Era mio figlio).
Perse un minuto e mezzo e dalla radiografia non emersero fratture ma contusioni e abrasioni in tutto il corpo. Il giorno successivo, in teoria, avrebbe dovuto ritornarsene a casa con i soli sogni di gloria.
Pantani si oppose e decise di fare quello che per altri era una follia, continuare in quelle condizioni. E difatti continuò e visse le quattro tappe successive in un completo calvario, senza potersi alzare sui pedali. Poi, come per magia, il fisico reagì bene e le ferite cominciarono ad attenuarsi. Alla vigilia del tappone Dolomitico, Pantani è terzo in classifica.
Quel giorno con Gardena, Sella e Pordoi, va in fuga con un ciclista che sarebbe diventato suo rivale nei professionisti, il bergamasco Ivan Gotti, vincitore del Giro baby l’anno prima.
Sembra la giornata giusta ma nella discesa del Sella, un pezzo di pietra, forse spinta dai piedi di un incauto tifoso, scivola dalla rupe e va a colpire la ruota posteriore di Pantani che rovina a terra. Nonostante ciò, il giovane romagnolo si rialzò e proseguì sino al Pordoi terminando il Giro dilettanti al terzo posto. Qualcuno, probabilmente aveva già intuito chi sarebbe potuto diventare.

1 Maggio 1995
E’ in atto l’avvicinamento in vista del Giro d’Italia. Tutti i possibili favoriti stanno terminando la preparazione con i vari allenamenti per far arrivare la condizione quasi al top in vista del via della corsa rosa. Un Giro d’Italia, a detta di molti, duro e adatto anche a Pantani. Ma Pantani non potrà mai prendervi parte.
Nel giorno dei lavoratori, mentre si allena vicino casa, un auto lo investe ad un incrocio. Aveva gambe e volto insanguinati dall’impatto con l’asfalto. Tentò nei giorni successivi di rimettersi in sella ma inutilmente, capendo che l’unico rimedio era il riposo. Saltò così il Giro d’Italia, ritornando a Luglio al Tour de France, dove vinse due tappe.

Ottobre 1995
La stagione è quasi finita, manca solo il Giro di Lombardia. Marco Pantani ha appena fatto terzo al Mondiale di Duitama e vorrebbe tentare la vittoria al Lombardia per onorare una stagione che lo ha visto protagonista solo da Luglio causa la caduta del primo Maggio.
Prende parte alla Milano-Torino per testare la gamba in vista della classica delle foglie morte. In realtà, a Pantani della Milano-Torino non je poteva fregà de meno, visto che non era una corsa per scalatori.
Doveva essere una sgambata e invece si trasformerà in un dramma. Tiene un ritmo da cicloturista rimanendo molto indietro.
Intanto il gruppone dei ritardatari transita sul traguardo con l’ambulanza al seguito, cosi che i vigili urbani pensano che non ci siano altri ciclisti nel tracciato, lasciando libero il traffico.
Lungo l’ultima discesa in prossimità dell’arrivo, Pantani e altri ciclisti stanno ancora scendendo, ignari del fatale sbaglio dei vigili. Una Nissan Pajero è ferma sulla carreggiata, è stata avvisata troppo tardi che la corsa è ancora attiva. Ma oramai è troppo tardi e succede il dramma.
Finiscono a terra in tre, Secchiari con un bacino fratturato, Dell’Olio con il femore a pezzi e Pantani con tibia e perone rotti.
Salterà tutta l’annata del 1996 ma poi ritornerà più forte di prima.

Maggio 1997
Ritornato finalmente alle corse, Marco Pantani si appresta ad iniziare il suo secondo Giro d’Italia da professionista, visto che ne ha già saltati due di fila per le già sopra citate cadute. Tutto comincia tranquillamente, poi, all’ottava tappa, una di quelle nervose ma tutto sommato interlocutorie, succede l’impensabile. Lungo la discesa del Valico del Chiunzi, a una ventina di chilometri dall’arrivo a Cava de’ Tirreni, un gatto attraversa la strada facendo cadere Puttini, a seguire Moos, Buenahora e Pantani. Marco finisce contro la scarpata ma si rialza in fretta facendo escludere fratture o altro.
I suoi gregari lo scortano fino all’arrivo ma si vede che il pirata non sta bene, ha una ferita sulla coscia ed è più il trauma psicologico che non quello fisico a fare la differenza.
Di fatto, il Giro è già finito. Il ritorno a casa è in quel momento inevitabile ma nei giorni successivi Pantani si pentirà di non aver proseguito la corsa. Ritornerà pochi mesi più tardi al Tour de France dove vincerà due tappe.

>>>nella prossima puntata "L'impresa del Galibier">>>

1 commento:

Unknown ha detto...

Quanto ci manca il Pirata!

Se ti va passa dal mio blog
http://nellosport.blogspot.com


P.S. Da notare che abbiamo pensato allo stesso sondaggio da proporre ai visitatori: "Chi vincerà il Giro?" Io il mio voto l'ho espresso!
Passa! Mi raccomando!