martedì 6 ottobre 2009

2004

MORTO UN "PAPA" non SE NE FA UN ALTRO

Dove eravamo rimasti… 2003. Ora c’è il 2004, anno che comincia drammaticamente per la scomparsa di Marco Pantani che condizionerà tutto l’arco della stagione.
Alla Milano-Sanremo vince Freire che sconfigge uno scatenato Zabel, il Giro delle Fiandre è roba di Wesemann mentre alla Parigi-Roubaix è lo svedese Backstedt ad esultare.
Ad Aprile Davide Rebellin compie una grande impresa, vince l’Amstel davanti all’onnipresente Boogerd, vince la Freccia Vallone davanti a Di Luca e come se non bastasse conquista la Liegi davanti ancora a Boogerd. In poche parole, in una settimana vince quello che molti non vincono in un’intera carriera.
Comincia il Giro d’Italia, la penisola è alla ricerca di un nuovo corridore da imprese. Il vuoto della morte di Pantani si fa sentire anche dopo vari mesi e questo, secondo molti, va colmato. Così, al Giro d’Italia, un Giro sotto molti punti di vista misero, è la volta di voltare pagina. Simoni non è in formissima, Garzelli vive di alti e bassi, tutti gli altri sono abbastanza mediocri e ben presto esplode Damiano Cunego, ventiduenne, scalatore ed esplosivo anche nelle volate ristrette. Cunego domina la tappa di Falzes conquistando la maglia rosa che difenderà in modo egregio dalle grinfie del compagno di squadra Gilberto Simoni, con il quale ingaggerà vari colpi di fioretto anche a parole.
Vincendo il Giro d’Italia, Cunego sembra colmare, ma solo in parte, quel vuoto lasciato da Pantani… Però è roba di poche settimane, il veronese non è mai assomigliato al pirata e non ripercorrerà quel tipo di carriera.
Al Tour de France il motto è “impedire ad Armstrong di conquistare l’ennesimo Tour de France” che lo porterebbe a quota sei, numero mai raggiunto da nessun altro ciclista.
Ullrich è il più acclamato tra gli avversari ma ben presto lui e Vinokourov vanno alla deriva e per il texano diventa molto facile l’avvicinamento di Parigi.
Armstrong lascia vincere Ivan Basso a La Mongie, va poi a vincere a Plateau de Beille, a Villard de Lans e poi, nel giorno della tappa dedicata a Marco Pantani, la cronoscalata dell’Alpe d’Huez, ipoteca in modo plateale il suo sesto Tour.
Non lascia nemmeno le briciole agli avversari, sono sue anche le tappe di Le Grand Bornand e di Besancon, distanziando di oltre sei minuti Kloden e Basso, i due avversari più brillanti, mentre Jan Ullrich esce per la prima volta dal podio arrivando quarto ad oltre otto minuti. Per Armstrong è il sesto Tour e secondo molti può vincerne altri…
In piena Estate, Paolo Bettini fa onore all’Italia vincendo l’oro ad Atene, per il grillo è l’apice di una carriera che non ha ancora finito di stupire.
E’ poi la volta della Vuelta a Espana, corsa che viene dominata in modo plateale dagli iberici. Nessun straniero nei primi 10, la vittoria va ancora una volta a Roberto Heras, inesistente al Tour ma leone nella corsa di casa. Sconfigge Perez di soli 30” e Mancebo di 2’13”. Quarto è Valverde ad oltre tre minuti e mezzo ma questo atleta è ancora un “bambino” e secondo molti ha un avvenire d’oro.
Si giunge al finale di stagione con i campionati mondiali di Verona. Acclamato più di tutti è proprio il corridore di casa Cunego che corre molto bene ma è Freire Gomez a fregiarsi del titolo per la terza volta. Secondo Zabel, proprio come alla Milano-Sanremo, terzo l’italiano Paolini che per una giornata ha pensato un po’ di più a se stesso. La prova a cronometro viene vinta dall’australiano Michael Rogers che sconfigge Ivan Gutierrez e un certo Fabian Cancellara.
Tutto si conclude con il Giro di Lombardia vinto da Damiano Cunego che corona così una stagione molto bella. Sconfigge Boogerd, secondo ancora una volta, mentre Basso conferma il piazzamento del Tour, è terzo. Ed è proprio di questi due, Basso e Cunego, che la gente già parla per una probabile sfida al Giro d’Italia 2005... Ma questa è un’altra storia.

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Ah!,i bei tempi del bocia nei grandi giri!
Il Giro della famosa frase del Gilberto; "Siamo in ritardo... vai a prendere l'idrante!"