mercoledì 14 ottobre 2009

Tour de France 2010

Il Tour-malet


Finalmente si ritorna a fare sul serio. Dopo l'edizione molto piatta di questa stagione, la Grand Boucle ritorna ad offrire un percorso duro, non durissimo ma sicuramente duro.
Si parte dall'Olanda, da Rotterdam, si toccherà il Belgio prima di rientrare in Francia. La prima settimana non dovrebbe significare moltissimo, sarà dall'ottava tappa che si comincerà a vedere il primo scossone. Cominceranno le Alpi.

Le Alpi

Poche ma buone. L'ottava tappa è simile a quella vinta da Virenque nel 2003, con l'unica differenza che dopo aver scalato la Ramaz ed essere scesi a Morzine, si arriverà in salita ad Avoriaz. La salita finale è di 14 km, nove di vera salita e i restanti in falsopiano. La salita tocca picchi importanti, sicuramente c'è la pendenza per creare buoni distacchi e come già si sa, il primo giorno di salite è quasi sempre uno dei più selettivi.
Due giorni dopo la seconda tappa alpina che presenta quattro salite, l'ultima è la Maddalena prima di scendere a St Jean de Maurienne. Potrebbe essere un giorno interessante come una tappa insignificante, bisognerà principalmente giocare di fantasia.
Quattro tappe di transizione prima di cominciare i Pirenei. E ce ne sono parecchi.

I Pirenei

La quattordicesima tappa è un classico del Tour. Si scala il Pailheres, dura e lunga salita che anticipa Ax 3 Domaines, più corta e pedalabile. E' una giornata dove non dovrebbero esserci distacchi esagerati, però l'arrivo in salita creerà sicuramente unO scossone.
Il giorno successivo tappa intrigante, con qualche saliscendi prima del Port de Bales, salita non continua ma che presenta vari settori arcigni. Una volta sopra il Bales, discesa verso Bagneres de Lucon dove è situato l'arrivo. E' una tappa per fantasisti kamikaze, di per giunta è una tappa per chi sa osare.
La terza giornata consecutiva di salite sarebbe anche la più zeppa di colli, non fosse che il finale è disegnato male. Si comincia con il Peyresourde, l'Aspin, il Tourmalet, l'Aubisque dalla parte più facile e quasi sessanta chilometri di discesa e pianura. Non succederà quasi nulla, andrà via una fuga da lontano e così sia.
Dopo il giorno di riposo si ritorna a salire per l'ultima volta. E' una giornata memorabile, si fa arrivo in cima al Tourmalet, tra l'altro già scalato due giorni prima.
La tappa presenterà anche il Marie Blanque, salita dalle pendenze dispettose, poi il Col du Soulor e quindi il Tourmalet. Possiamo quindi dire che la giornata del Tourmalet potrebbe essere la più fondamentale, ma anche no...

Perchè due giorni dopo c'è una cronometro di 51 km da Bordeaux a Poiuillac, da non sottovalutare, anzi, è il giorno che incoronerà definitivamente la maglia gialla. Di fatto è l'unica cronometro di un Tour che non raggiunge i sessanta chilometri contro il tempo. La cosa è positiva, mi sarebbe piaciuto vedere un Indurain in queste condizioni altimetriche, o un Pantani che quasi sicuramente avrebbe vestito la maglia gialla prima della cronometro finale, magari mantenendola sino a Paris.
Che altro aggiungere, è un percorso che mi piace, non ci sono cronometro prima delle salite quindi gli scalatori potranno ambire alla leadership contando su cinque giornate cruciali per guadagnare il più possibile prima della crono finale. Chi lo vince? Probabilmente Contador ma dipenderà anche dalle mosse degli avversari.

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