giovedì 19 marzo 2009

Sanremo che vieni, Milano che vai

Un Sabato di qualche anno fa si sarebbe aperta la consueta e bellissima Coppa del Mondo. Oggi, invece, il tutto viene generalizzato, la Milano-Sanremo, come del resto la Paris-Roubaix, è denominata corsa storica.
Andiamo ad analizzare il percorso. Prima di tutto, chilometraggio sconvolgente se pensiamo che è Marzo. 298 chilometri, anche se per la maggior parte in pianura, si fanno sempre sentire. Si parte da Milano, poi Pavia, si scende sino a Campo Ligure, qui si scala il Passo del Turchino dalla parte più breve e si scende verso Varazze e Savona. Arrivati circa al duecentesimo chilometro comincia la salita delle Manie e qui qualcuno potrebbe anche lasciarci le piume. Si proseguirà per Albenga, Alassio prima di iniziare gli ultimi cinquanta chilometri, pieni di insidie. Cominciano i tre “capi”, Capo Mele, Capo Cervo, Capo Berta, mai decisivi, quindi Imperia e la scalata della Cipressa. La corsa, se resa dura, a quel punto potrebbe perdere alcuni uomini di spicco. L’ultima insidia prima di Sanremo è come di consueto il Poggio che molte volte rappresenta l’illusione di un finale diverso.
Favoriti principali sono Petacchi, Bennati e Boonen, tutti e tre hanno dimostrato di tenere bene nelle salite della Tirreno, quindi saranno i primi nemici da non portare allo sprint, se si vuole vincere. Manca il vincitore della Parigi-Nizza il quale poteva sfruttare le sue doti da discesista. Peggio per lui. Mancano Ballan e Cancellara per motivi di salute ma ci sono Scarponi e Rebellin, oltre a Pozzato, l’ultimo degli italiani ad alzare le braccia al cielo in quel di San Remo.
La città dei fiori è pronta, dopo il Festival della canzone italiana, Sabato ci sarà quello del ciclismo internazionale. Si assapora già aria di Primavera ed è proprio questa classica a dare il benvenuto alla nuova stagione primaverile.
Dopo sette anni ritorna Lance Armstrong, giusto per dovere di cronaca andava scritto. L’americano ha già detto che lui e la sua squadra non hanno possibilità alcuna di vittoria. Qualcuno, anni fa avrebbe detto “Non è la mia corsa ma provo a vincerla lo stesso”. La fantasia ha spesso ripagato.

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