giovedì 5 marzo 2009

Vesuvio... scontro finale


Continua la serie di storie dedicate ad alcune tappe significative del Giro d’Italia 2009. Oggi si parla del Vesuvio, l’ultimo arrivo in salita dell’edizione del Centenario. Il Vesuvio è una salita cattiva, una di quelle che non ha molto da invidiare ai passi alpini. Una salita che può sconvolgere ancora la classifica, nonostante in molti sostengano che dal BlockHaus in poi, la maglia rosa non cambierà.
Dodici chilometri e mezzo, i primi tre facili, poi, dal terzo chilometro, comincerà la “samba”. Pendenze raramente inferiori al 7% e che spesso si mantengono oltre l’8%, toccando anche il 10,9%. Non è una salita continua, i tratti per il recupero ci sono ma gli ultimi tre chilometri non mollano mai e saranno i più significativi dell’intera ascesa.

Quante volte il Giro d’Italia ha fatto arrivo sul famoso vulcano della Campania? Non molte ma quanto basta per scrivere un pezzetto di storia.
La prima volta fu nel 1959, esattamente cinquantanni fa. Erano gli anni di Anquetil e Gaul. I due si trovarono faccia a faccia per sfidarsi in quell’annata dove il Vesuvio veniva proposto come cronoscalata di otto chilometri. Gaul aveva preso la maglia rosa sul passo toscano che di nome fa Abetone, togliendo la supremazia ad Anquetil. La situazione non cambiò fino alla cronoscalata del Vesuvio. Parve evidente la superiorità dello scalatore lussemburghese, vincitore di quella settima tappa contro il tempo. Gaul fu padrone della corsa fino a Rovereto (14° tappa), perse la maglia ai danni di Anquetil a Bolzano, quest’ultimo parve il vero favorito quando vinse la cronometro di Susa, a due giorni dal termine. Ma mancava ancora una tappa in salita, quella che faceva arrivo a Courmayeur. Gaul attaccò sul Piccolo San Bernardo mandando in crisi Anquetil e guadagnando al traguardo ben nove minuti. L'angelo della montagna poteva finalmente vendicarsi dello sgarbo della pipì subito due anni prima.

Per ritrovare il Vesuvio al Giro d’Italia, bisogna aspettare trentun anni. 1990, l’anno di Gianni Bugno, in tutti i sensi. Questa volta è una tappa effettiva, la terza nonchè primo arrivo in salita di quella edizione. Bugno è di fatto già in rosa dopo la vittoria nel cronoprologo di Bari. Vinse Eduardo Chozas, scalatore spagnolo che visse la sua giornata di gloria mentre Bugno metteva i primi mattoni in vista di Milano, che lo avrebbe visto sul gradino più alto del podio.
A differenza dei due precedenti arrivi, quest’anno il Vesuvio è collocato alla fine del Giro. Presumibile che non passerà inosservato, ci sarà selezione, le forze per alcuni cominceranno a mancare, per certi potrebbe essere l’ultima possibilità di mettere in difficoltà gli avversari, di certo, solo una volta in cima al Vesuvio potremmo dire chi sarà il vincitore finale del Giro del Centenario.

2 commenti:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Messo nella terza settimana - quella che fa accendere la famosa lucina rossa - sarà più duro di quel che sembra.

Anonimo ha detto...

non è per niente facile, credetemi (l'avrò fatta centinaia di volte in allenamento) soprattutto gli ultimi 2 km (sopo 10 km di salita) hanno un dislivello di quasi 200mt, fate voi il conto ;)