domenica 1 marzo 2009

La frana sulla Maddalena

Cuneo-Pinerolo, una tappa che ha fatto la storia del Giro d’Italia seppur abbia avuto “solo” tre precedenti dal dopo guerra.

Vedi anche: http://pensiericiclismo.blogspot.com/2009/01/la-cuneo-pinerolo-sicuramente-la-tappa.html

Ma quante possibilità ha di essere affrontata questa tappa? Ad oggi davvero poche. Una frana incombe sul lato francese del Colle della Maddalena non consentendo transito ai mezzi (comprese la biciclette). Strada che era inaccessibile per il Tour de France già l’anno scorso e che, molto probabilmente, sarà inaccessibile anche per il Giro del Centenario, andando inesorabilmente a deviare la prima parte di tappa.
Il modo più semplice per riparare tale intoppo sarebbe uno, ovvero proseguire in cima al Colle dell’Agnello così da evitare il versante chiuso per frana. Ma anche per questa opzione sorge un problema, quello della neve. A differenza della Maddalena che misura 1996 mslm, l’Agnello arriva sino ai 2748 metri che vuol dire oltre settecento metri più in alto, con inevitabile cambio climatico.
Oggi come oggi a oltre due mesi dall’inizio del Giro, sull’Agnello ci sono tre metri e mezzo di neve che difficilmente potrebbero diminuire radicalmente entro il 19 Maggio.
La non convenienza economica, già ufficializzata da parte della Provincia di Cuneo nei riguardi dello sgombero di neve dei vari valichi, è un altro fattore che potrebbe sicuramente escludere il passaggio sul Colle dell’Agnello.
Niente Cuneo-Pinerolo originale per questo Giro del Centenario, un cambiamento nei primi chilometri ci dovrà essere per poter raggiungere la Francia e quindi scalare Izoard, Monginevro e Sestriere prima di involarsi verso Pinerolo. Inaccessibile la Maddalena, fermi per neve Agnello (ma anche Fauniera), inevitabilmente fatto fuori il Col de Vars (transitabile solamente se si scende dalla Maddalena), chi riuscirà a trovare lo stratagemma migliore per evitare il ridimensionamento dell’intera tappa? Una soluzione sarebbe quella di eliminare i primi ottanta chilometri e partire ai piedi del Vars, ricalcando poi il percorso già stabilito.

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