mercoledì 10 settembre 2008

Gli anziani ritornano: impressioni sul ritorno di Armstrong

Manco un paio di ore ed ecco che arriva la notizia del momento. Un ex corridore di nome Lance Armstrong, trentasettenne e con a carico un paio di figli e una ventina di donne cambiate da quando ha acquistato notorietà, avrebbe annunciato clamorosamente di voler tornare alle corse per puntare a vincere il suo ottavo Tour de France. In poche parole questo tipo invece di mettere su la pancetta e raccontare le storielle ai suoi bimbi vicino al focolare di un freddo Inverno texano decide di ritornare di nuovo con l’idea di vincere a trentasette anni (e lo evidenzio) non una semplice corsa amatoriale ma poco di meno che il Tour de France.
Di cazzate ne sono successe tante negli ultimi tempi, l’ultima fu quella del ritorno di Mario Cipollini lo scorso inverno con una folkloristica squadra statunitense dal nome che è già tutto un programma Rock&Republic.
Ora, come per magia, in stile Rocky Balboa, l’eroe americano annuncia il ritorno tre anni dopo il ritiro e lo fa mettendo subito le mani avanti sfidando la nuova generazione. Lui che, ancora in fasce lottava nell’era Indurain e che dopo aver sconfitto il cancro ritornò più forte di prima vincendo dal 1999 al 2005 sette Tour di fila facendosi beffa dapprima di un certo Jan Ullrich e poi di Ivan Basso.
Queste le sue parole in merito al motivo del ritorno "Sono felice di annunciare che, dopo averne discusso con i miei figli, la mia famiglia e i miei amici più intimi, ho deciso di tornare al ciclismo professionistico per cercare di alzare l'attenzione sulla lotta contro il cancro - ha spiegato l'americano, sopravvissuto ad un tumore ai testicoli e fondatore di Livestrong, che si occupa della lotta contro il cancro -. Solo quest'anno oltre otto milioni di persone sono morte per questo male in tutto il mondo. E' tempo di lottare contro il cancro ad un livello globale".
Ora mi chiedo se c’era davvero bisogno di un ritorno al ciclismo di Lance Armstrong per innalzare l’interesse globale alla lotta contro il cancro. A me sembra una frase fatta che probabilmente potrebbe avere solo in parte il significato che vuole lanciare. Insomma, un ritorno inaspettato e non piacevole (almeno per me) di un corridore di altre ere che vuole attirare di nuovo l’attenzione su se stesso e a sentirlo parlare, sul cancro.
E se oggi il ciclismo è uno sport che attira la fiducia di ben poche persone, l’aggiungere questi ritorni in formato film (o pagliacciata, come preferite), non può che peggiorare l’attuale situazione.
Insomma, se è vero che nulla è impossibile nella vita è anche vero che certe cose sono inevitabili. Inevitabile e diffuso nel mondo dello sport è il decadimento delle prestazioni su un atleta di alto livello, specialmente nel corridore che deve essere brillante nelle prove a cronometro e in salita. Se le volate e lo sforzo breve del vecchio Cipollini potevano ancora apparire veritiere, non credo possa assumere lo stesso gusto di “pulizia” un presunto ritorno da numero uno del texano Lance Armstrong. Insomma, spero fino all’ultimo in una gigantesca bufala per chissà quale altro motivo. E se davvero ci dovesse essere il ritorno di Lance Armstrong, sarebbe molto triste vederlo a quell’età lottare per la classifica finale di una corsa come il Tour de France. Il tutto evidenzierebbe quello che ho sempre sostenuto sin dai tempi della sua prima vittoria al Tour de France: è e rimarrà un campione farmaceutico, un esperimento di qualche scienziato.
Con stima.

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