sabato 27 settembre 2008

L'anno degli addii

Bettini: "Corro il Mondiale e poi mi ritiro"

La notizia del ritiro di Paolo Bettini non mi ha sorpreso. Già da tempo il corridore toscano continuava a dire di volersi ritirare a breve, non pensavo così presto però. Ma dopo le recenti incomprensioni con la Quick Step e un'età avanzata quanto basta, il futuro ha cominciato a vacillare sempre più. Scelta giusta? Probabilmente la scelta più prudente. Trentaquattro anni, professionista dal 1997, mancherà al panorama professionistico come del resto mancherà il tedesco Erik Zabel da Venerdì prossimo...
Paolo Bettini, nato passista e con una notevole classe per le corse in linea, nella sua carriera è riuscito a vincere praticamente tutto quello che un ciclista delle sue doti può aspirare.
La svolta di Bettini avviene quando passa dalla Asics alla Mapei, era il 1999. Da quel momento diventerà un vero e proprio predatore di classiche. Compagno di squadra di Michele Bartoli, a quel tempo ancora considerato il migliore italiano per le corse in linea, riuscì ben presto a carpire alcuni segreti e come si dice in gergo "superare il maestro" o il capitano.
La prima vittoria di spicco internazionale è datata 2000: una strepitosa Liegi-Bastogne-Liegi, sogno di una vita. Qualche mese più tardi vince la 9° tappa al Tour de France. Caso vuole che quella rimanga la prima e anche l'ultima vittoria al Tour, da allora, solo piazzamenti nella corsa francese, nonostante le molte partecipazioni successive. A Ottobre arriva secondo al Mondiale di Lisbona, da molti ricordato come il Mondiale delle polemiche e delle doppie facce.
L'anno successivo vince il Campionato di Zurigo e la Coppa Placci, nel 2002, invece, vive una vera e propria stagione all'insegna dei successi: 13 vittorie stagionali.
Ricorderete il bis alla Liegi-Bastogne-Liegi quando, insieme al compagno di squadra Stefano Garzelli, riuscì a staccare tutti e giungere sul traguardo a braccia alzate. Nella stessa stagione vince il Giro del Lazio, la Coppa Sabatini e grazie anche al secondo posto del Campionato di Zurigo, vince la sua prima Coppa del Mondo.
Dal 2003 la Mapei diventà l'attuale Quick Step con cui Bettini si toglierà le maggiori soddisfazioni ciclisticamente parlando. Sette vittorie stagionali dominando la Coppa del Mondo per la seconda volta. Vince la Milano-Sanremo giocando in coppia con il fido Paolini, poi a Giugno diventa campione italiano su strada. Con il tricolore fa sue la classica di Amburgo, la classica di San Sebastian e arriva terzo al campionato di Zurigo.
Ormai considerato il re delle classiche, Bettini si presenta al 2004 come l'uomo da battere. Non si smentisce, fa sue 11 corse. Vince la Tirreno-Adriatico, dimostrando di avere buone caratteristiche anche nei giri brevi, poi fa sue una tappa al Giro di Svizzera, una al Mediterraneo, il G.p. di Camaiore mentre non riesce a vincere nessuna prova di Coppa del Mondo, nonostante il successo nella classifica finale. E' infatti terzo all'Amstel Gold Race, secondo a San Sebastian, Amburgo e Zurigo. Si inventa comunque la magia annuale, ad Agosto vince le Olimpiadi di Atene entrando ancora di più nel olimpo del ciclismo.
Da campione olimpionico riparte per la stagione successiva e non si smentisce. Partecipa al Giro d'Italia e dopo aver vinto la 2° tappa, veste la maglia rosa per quattro giorni. Vincerà la classifica a punti finale vestendo il ciclamino a Milano. Dopo tantissimi piazzamenti rivince per la seconda volta il campionato di Zurigo, quindi si impone in una tappa alla Vuelta a Espana. A Ottobre porta a casa una corsa che mancava nel suo palmares, il Giro di Lombardia.
Nel 2006 è secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi, si impone in un due tappe alla Tirreno-Adriatico poi ritorna al Giro d'Italia e vince la 16° tappa vestendo per la seconda volta consecutiva la maglia ciclamino a Milano.
A Giugno diventa per la seconda volta campione italiano, si impone con il tricolore nella 2° tappa della Vuelta a Espana ma poi, come che non bastasse, cambia di nuovo maglia. Il tricolore l'ha già vestito una volta e lui ora ambisce all'iride. Si laurea infatti campione del mondo in quel di Salisburgo, quattro anni dopo Cipollini. E' l'apice di una carriera già stellare. E con la maglia di campione del mondo domina per la seconda volta consecutiva il Giro di Lombardia lasciando pensare a buoni propositi per il 2007.
Ma il duemilasette non è un anno particolarmente brillante. "Solo" tre vittorie per il campione del Mondo. Poche ma buone diranno i più. Dopo mille piazzamenti vince una tappa alla Vuelta a Espana e a Stoccarda si inventa un numero destinato a diventare storia. Diventa per la seconda volta campione del mondo su strada. Il Mondo ce lo invidia, lui continua a vincere anche se l'età avanza. Quello delle ultime due stagioni, cioè il Bettini campione del mondo, a mio modesto parere, è stato potenzialmente meno forte del Bettini degli anni precedenti al 2007. Caso vuole, però, che proprio nel giorno del Mondiale sia riuscito a compiere i numeri di un fuoriclasse. Tanto di cappello. Nel 2008 non si notano molte vittorie di spicco, le migliori sono il Trofeo Matteotti e le due tappe alla Vuelta a Espana. Domani lascia. Da vincente o da sconfitto? Una cosa è certa, calerà il sipario da campione.

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