martedì 7 ottobre 2008

Paolo Savoldelli story - III parte

Gli anni bui alla T-Mobile e la seconda vittoria al Giro d'Italia






















Dopo la vittoria inaspettata al Giro d’Italia, per Paolo Savoldelli si riaprono nuovi orizzonti. La sua avventura con la Index-Alexia è già finita dopo un anno. Il falco decide di cedere alle offerte lusinghiere del Team Telekom e viene così acquistato dalla squadra tedesca per prendere il posto di Jan Ullrich, quell’anno militante con il Team Bianchi dopo le disavventure avvenute nel 2002. Alla Telekom, Savoldelli deve dividere il posto con altri grandi big: Santiago Botero, Andreas Kloden e Alexandre Vinokourov. Fatto sta che in due anni il bergamasco non avrà mai la possibilità di correre il Tour de France. Motivo? Mille cadute. Elencarle tutte non è facile ma ci provo: cadde mentre si allenava a Tenerife; ebbe un incidente con una moto mentre si allenava in Germania; quindi si ruppe il polso durante il Giro di Colonia, riportando anche un trauma cranico; infine gli esplose una ruota mentre si allenava in California riportando la frattura della clavicola destra.
In poche parole, due anni neri.
A fine 2004 la parentesi T-Mobile (ex Telekom), è conclusa e per lui arrivano offerte dalla squadra di Lance Armstrong. Si, proprio così, Savoldelli passa dall’altra parte della parrocchia, questa volta alla Discovery Channel (ex Us Postal) e la fortuna, come per magia ritorna.
Sono passati altri tre anni dall’ultimo Giro d’Italia, la carriera del falco è un continuo alternarsi di momenti esaltanti ed altri da dimenticare. Ma a trentadue anni Paolo si ritrova alla corte di Armstrong come gregario. Pochi scommetterebbero di rivederlo lottare in un grande Giro ma da quell’anno anche la squadra di Armstrong partecipa al Giro d’Italia, ovviamente senza Armstrong. Quindi, dopo tre anni, un ritorno assai gradito. Ma quale sarà il livello attuale del bergamasco dopo diverse stagioni lontano dai grandi giri? La risposta è immediata. Savoldelli appare ringiovanito, anzi, ridimensionato. La Discovery Channel lo ha evidentemente ricaricato e già dal prologo di Reggio Calabria si vede: 4° a 1” dal vincitore.
La prima settimana da sfogo a corridori come Cunego, Petacchi e Bettini. In maglia c’è Danilo Di Luca ma l’ottava tappa prevede una cronometro di 45 chilometri. Vince Zabriskie, Ivan Basso è secondo a 17” e Savoldelli terzo a 44”. Subito distanziati Simoni e Cunego, la sfida è rinviata a Zoldo Alto. E così è: l’undicesima tappa con Passo Duran e l’arrivo a Zoldo Alto fa subito disastri. Fuori Cunego, il vincitore dell’anno prima è affetto da mononucleosi e vivrà un Giro in sordina. Così i due che erano sembrati più brillanti a Firenze si ritrovano a duellare anche sulle Dolomiti. Ed è proprio Paolo Savoldelli a vincere allo sprint contro Ivan Basso che vestirà la maglia rosa nel dopo corsa. Per Paolo Savoldelli è la conferma di essere ritornato ad alti, anzi, altissimi livelli.
Passano due tappe e succede l’impensabile. Se sul Duran il più forte era sembrato Ivan Basso, nella tappa di Ortisei è Savoldelli a fare la voce grossa. Attacca e stacca la maglia rosa giù di corda. La tappa va a Ivan Parra, fuggitivo della prima ora ma è Savoldelli a vestire la maglia di leader, tre anni. Il falco diventa padrone con 50” su Basso e 53” su Di Luca.
Nella 14° tappa Basso esce definitivamente dai giochi. Ecco spiegata la crisi di Ortisei, il capitano della Csc colpito da una congestione gastrointestinale, continua a testa alta la corsa giungendo sul traguardo di Livigno con 42 minuti di ritardo.
Per Savoldelli ora è tutto un po’ più facile. Che Basso fosse l’uomo da battere già si sapeva ed ora che non c’è più per Paolo diventa un fatto di amministrazione della corsa.
A Livigno vince di nuovo Parra con l’ennesima fuga da lontano, Simoni attacca Savoldelli il quale viene colpito dai crampi perdendo 20” dal trentino e da Di Luca ma conservano in classifica un vantaggio di 25” sull’abruzzese e di 1’48” su Simoni.
Passano i giorni e si arriva alla tappa di Limone Piemonte. Va in fuga Basso che vince la corsa mentre lungo gli ultimi 5 km di salita attacca Gilberto Simoni che, insieme al fenomenale venezuelano Josè Rujano, stacca sia Di Luca che Savoldelli riportandosi a soli 58” da quest’ultimo nella classifica generale.
Savoldelli pensa a chiudere i conti nella cronometro di Torino. Sapendo di andare più forte di Simoni e di Di Luca nelle prove contro il tempo, la maglia rosa crea distacchi che lo mettono in sicuro per l’indomani. Savoldelli giunge 4° a 23” dal vincitore di tappa, di nuovo Ivan Basso. Paolo distanzia di un minuto Simoni respingendolo a 2’09” nella classifica finale: è qui che vince il suo secondo Giro.
In poche parole, una cronometro amica, quasi a volerlo riparare dalla crisi sul Colle delle Finestre che avrà il giorno dopo. Una tappa bellissima, ormai passata alla storia. Un duello indimenticabile e quella che doveva essere una situazione stabilizzata si rivela invece apertissima ad ogni risultato.
Simoni attacca all’inizio del Colle delle Finestre mentre Savoldelli non riuscendo a tenere il ritmo del trentino decide di andare su del suo passo evitando il fuori giri. Saggia decisione.
In cima al Colle delle Finestre, dove tutto è sterrato, Simoni, Rujano e Di Luca hanno 2’20” di vantaggio sul falco bergamasco. Savoldelli ha perso momentaneamente la rosa.
Lungo la discesa, sfruttando le sue note doti di discesista, Savoldelli ritorna sotto e si avvicina a 1’30” dal terzetto. A quel punto mancano una quindicina di chilometri e arriva il primo colpo di scena: Di Luca ha i crampi e si stacca subito da Simoni e Rujano appena la strada torna a salire verso Sestriere. Saltato Di Luca l’avversario più pericoloso per Savoldelli ora è Simoni. Ma la maglia rosa, lungo la salita finale trova in Van Huffel e Ardila Cano, un grande aiuto così da limitare i danni sui due uomini al comando. Inoltre, a pochi chilometri dall’arrivo Rujano stacca Simoni e lo priva dei secondi di abbuono andando a vincere la tappa. Simoni arriva con 26” di ritardo, Di Luca 1’35”, Savoldelli a quasi 2 minuti così da riuscire a vincere il suo secondo Giro d’Italia, sicuramente il più sofferto, il più combattuto.
La classifica finale è davvero allucinante dopo la tappa del Sestriere: primo Savoldelli, alle sue spalle Simoni a 28”, terzo la rivelazione Rujano a 45” mentre Di Luca deve accontentarsi del quarto posto a 2’42”.
E’ con questa seconda vittoria al Giro d’Italia che Savoldelli otterrà la giusta importanza che ad oggi lo contraddistingue.
Come per contratto, dopo la vittoria del Giro d’Italia il falco viene chiamato dalla sua squadra per andare a fare il gregario di Lance Armstrong nelle strade di Francia.
Darà man forte alla squadra nella cronosquadre di Blois, vinta fra l’altro dalla Discovery. Sulle Alpi tiene alto il ritmo, prima che il texano inizi a menare nei chilometri finali.
Tuttavia si toglie una bella soddisfazione personale. Nella 17° tappa con arrivo a Revel, il falco si inserisce in una fuga da lontano. Se ne vanno in 17, il gruppo dorme e ai cinquanta dall’arrivo il vantaggio è salito a 24 minuti. Grviko comincia a fare selezione, nella fuga ne rimangono solo otto e sull’ultima salitella se ve vanno Hinault e Savoldelli, mentre, poco dopo rientrano Arvesen e Gerrans,
E’ Arvesen ad azzardare lo scatto nel finale di corsa ma Savoldelli con una progressione allucinante lo recupera e lo supera proprio sull’arrivo. Arriva così la vittoria di tappa anche al Tour de France segno di una stagione irripetibile per il falco. A Parigi sarà 25° a 44’30” dal capitano Lance Armstrong,
Paolo può finalmente dire “Ciao ciao” alla scalogna.


to be continued...

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