mercoledì 8 ottobre 2008

Paolo Savoldelli story - ultima parte

Discovery (2006), Astana (2007) e Lpr (2008)


















Dopo la grandissima stagione targata 2005, Paolo Savoldelli è uno dei grandi attesi insieme a Ivan Basso per il Giro d’Italia 2006. Il capitano della Csc è in vena di riscatto da quella crisi che gli costò l’intera classifica finale, mentre Savoldelli ha voglia di riconfermare con ancora più autorità la sua magia rosa.
Quell’anno il Giro partiva dal Belgio in omaggio ai tanti immigrati italiani andati a lavorare in quella nazione. Il cronoprologo di Seraing mette subito in allerta gli avversari del falco: Paolo Savoldelli stravince infliggendo distacchi abbastanza alti per i soli 6 km del tracciato.
Il primato durerà fino alla 3° tappa, quella con arrivo a Namur, quando Stefan Schumacher vince la tappa e gli ruba la rosa (la sua ultima maglia rosa).
Tutto tranquillo fino alla 5° tappa: la cronosquadre. Era dal 1989 che una cronosquadre non veniva affrontata nella corsa rosa. La Csc di Basso fa subito capire di essere la squadra più compatta in assoluto, 2° a un solo secondo si piazza la T-Mobile di Ullrich, venuto al Giro per allenarsi in vista del Tour de France. Si difende bene la Discovery Channel di Savoldelli, terza a 39”. Nonostante la vittoria della Csc a vestire la maglia rosa sarà l’ucraino Sergei Honchar, militante nella T-Mobile.
Dopo il secondo posto nella tappa intermedia di Saltara, Savoldelli è 2° a soli 6” da Honchar, alle sue spalle l’avversario più temibile, Ivan Basso a 11”. Tutto è quindi pronto per l’indomani, la tappa che farà arrivo sulla Maielletta sarà il primo responso per chi vuole fare suo il Giro.
Ma è una giornata no quella di Savoldelli sulla Maielletta, mai in corsa e sicuramente in affanno per il ritmo imposto da Basso, il falco chiude 15° a 2’20”.
Il Giro continua con tappe intermedie e alla 11° tappa si arriva ad una cronometro in stile Tour de France: 50 km nelle strade di Pontedera.
Che fosse venuto per allenarsi si sapeva ma questo Jan Ullrich che domina e si prende il lusso di sconfiggere anche la maglia rosa Ivan Basso, era del tutto inaspettato. Sarà l’ultima vittoria del tedesco in carriera, spodestato poi dall’Operacion Puerto qualche mese più tardi. E Savoldelli? Se la cava bene rispetto agli altri big della vigilia perdendo 1’19” da Ullrich e precisamente 51” da Basso che crea l’abisso fra se e gli scalatori quali Cunego, Simoni e Di Luca. Il Giro sembra già chiuso.
Savoldelli prosegue sempre con linearità, in salita si capisce che non ha assolutamente un gran passo e deve solo limitare i danni sul padrone della corsa, Ivan Basso. Un po’ come succedeva in quel Giro 1999 quando invece di Basso era Pantani a dominare la strada.
Nella 13° tappa, quella di La Thuille. in una giornata freddissima, vince Piepoli controllato da Basso, tutti gli altri staccati compreso Savoldelli che chiude con altri 2’36” di svantaggio. Il bergamasco nel dopo corsa si ritroverà terzo nella generale a 5’30” dal bionico della Csc.
Stessa storia tre giorni più tardi, sul Bondone, ai -13 km dall’arrivo Savoldelli si stacca insieme a Cunego e Di Luca mentre davanti Basso fa man bassa di tutti i suoi avversari volando verso l’ennesimo successo. Pagherà sulla cima 3’27” dal varesino, complice anche l’allergia che non lo fa esprimere al meglio di se stesso.
E’ un Giro per scalatori, non c’è altro da dire, le salite sono davvero tante, dopo il Bondone sarebbe la volta del durissimo Plan de Corones, inedito e sterrato. Ma quel giorno nevica e la tappa viene tagliata eliminando il Passo delle Erbe e facendo terminare la corsa sul Passo Furcia. In questa tappa Savoldelli cede il terzo posto in classifica nei confronti di Simoni. Perderà ogni speranza nelle ultime tappe di montagna prima del grande finale, dapprima nel tappone dolomitico con arrivo sul Passo San Pellegrino e poi nella gloriosa tappa dell’Aprica, quando Simoni e Basso vanno via di forza. A Milano sarà quinto a 19’22” da Ivan Basso, portandosi a casa, però, la classifica della combinata (maglia blu vestita per tutto l’arco del Giro).
Dopo un Maggio assai logorante partecipa al Tour de France con una Discovery Channel orfana del suo autoritario capitano Lance Armstrong. Quella del Tour 2006 sarà infatti una Discovery assai disorientata e senza uomini in grado di tenere botta per l’alta classica. Di fatto, il Tour del falco termina dopo dodici tappe.
Al termine del Tour de France Savoldelli viene contattato da Alexandre Vinokourov per correre con la nuova squadra kazaka, l’Astana, dal budget elevato. Savoldelli fa armi e bagagli e ancora una volta cambia team.
E nonostante i 34 anni è un Savoldelli tutt’altro che tramontato. L’aria d'Astana è efficace, il falco trova una grande forma al Giro di Romandia come era sempre abituato e vince il cronoprologo di Friburgo. Si presenta poi al Giro d’Italia 2007 con velleità di maglia rosa. Nella cronosquadre di apertura l’Astana è subito seconda a 13” dalla Liquigas. In seguito ad una caduta nell’arrivo di Pinerolo (11° tappa), Savoldelli dovrà rinunciare a puntare al Giro d’Italia, che probabilmente non avrebbe vinto lo stesso, mettendosi a disposizione del compagno di squadra Eddy Mazzoleni, quell’anno in uno stato di grazia che gli consentirà di salire nello scalino più basso del podio.
Paolo sarà importantissimo per Mazzoleni soprattutto nella tappa Dolomitica con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo: il falco farà guadagnare moltissimi secondi al compagno di squadra lungo la discesa del Giau consentendogli di risalire al secondo posto provvisorio.
Ritrovata poi la forma dopo la caduta di Pinerolo, il bergamasco dimostrerà di essere della partita nell’ultima cronometro di Bardolino-Verona, vincendo la tappa sul compagno di squadra Eddy Mazzoleni, terzo a Milano.
Si prepara poi a dare man forte ad Alexandre Vinokourov al Tour de France. Quell’anno il kazako doveva essere l’uomo da battere ma in seguito ad una caduta e poi alla positività all’antidoping, seguita poi a quella del compagno di squadra Kashechkin, il team Astana sarà costretto a lasciare il Tour de France.
Dopo tale vicenda Savoldelli passa ad una nuova squadra, la LPR dove trova l’ultimo vincitore del Giro d’Italia, Danilo Di Luca. Durante il Giro d’Italia 2008 sarà un importantissimo gregario per l’abruzzese, aiutandolo in più occasioni (ricordate nella tappa con arrivo sul Ponte Pora?). In seguito alla partecipazione al Giro d’Italia ha annunciato il ritiro dal mondo professionistico fissato al termine della stagione odierna.
Mancherà sicuramente la sua figura, da tempo diventata d’obbligo in palcoscenici quali i grandi giri.

Nessun commento: