domenica 5 ottobre 2008

Paolo Savoldelli story - I parte

Dal 1996 al Giro d'Italia 1999


Paolo Savoldelli è stato uno di quei corridori che piano piano è riuscito a raggiungere livelli sempre più alti. Passato professionista nel 1996, ancora ventitreenne alla Roslotto-Zg, il nostro, si scoprì presto corridore da corse a tappe. Nel 1997 si fece notare riuscendo ad arrivare 13° nella classifica finale del Giro d’Italia. La Saeco, l’allora squadra di Mario Cipollini e del vincitore del Giro d’Italia 1997 ebbe la buona idea di ingaggiarlo per la stagione 1998.
Savoldelli non deluse le aspettative, qualche settimana prima dell’inizio del Giro vinse la tappa di Tione e la classifica finale del Giro del Trentino. Fu un buon segnale e la 9° posizione nella classifica finale al Giro d’Italia non fece che aumentare i suoi crediti.
Nel 1999 Gotti passa alla Polti e Savoldelli diventa il capitano, conquistandosi i gradi sul terreno, piazzandosi 10° alla Fleccia Vallone, 4° al Giro di Romandia e vincendo per il secondo anno consecutivo il Giro del Trentino, ideale trampolino di lancio per definire la forma in vista della corsa rosa.
Al Giro d’Italia viene presentato come uno dei tanti rivali venuti a sfidare Marco Pantani il quale ringrazia gli organizzatori per avere finalmente a disposizione un Giro altimetricamente a proprio favore. Sarà una corsa per scalatori infatti dalla Spagna sbarca l’anti Pantani: Josè Maria Jimenez. C’è poi Gotti e il suo compagno di squadra Virenque, Camenzind e Jalabert, Rebellin e Zulle ecc.
Sin dai primi giorni Savoldelli c’è, controlla Jalabert e Pantani nelle tappe intermedie, li marca sul Monte Sirino ma all’ottavo giorno, nella giornata gelida del Gran Sasso, cede oltre un minuto. Il giorno dopo, nella cronometro di Ancona vinta da Jalabert, cede altri 2’08” e si ritrova 12° a 2’44” in classifica dal francese e da Pantani.
I giorni passano e arriva la tappa della Fauniera. Sarà il giorno che cambierà la vita di Paolo Savoldelli. Ad oggi la sua vittoria più bella in assoluto. Un’impresa.
La tappa è lunga 187 km e dopo il primo tratto pianeggiante prevede la scalata della Fauniera, la discesa, un’altra salitella e un’altra discesa prima dell’arrivo a Borgo San Dalmazzo.
Sul Colle della Fauniera cominciano i fuochi d’artificio, si muove Jimenez ma è un fuoco di paglia così è Pantani ad accelerare sgretolando il gruppo e scollinando tutto solo con un minuto di vantaggio su Gotti, 1’43” su Clavero e Simoni, 2’08” (!!!) su Savoldelli. Ma è qui che Savoldelli da scacco matto al pirata.
Savoldelli, sapendo di essere un buon discesista e conoscendo evidentemente il finale del percorso, scollina sulla Fauniera molto più riposato rispetto ai rivali. Si butta così a tutta lungo la lunga discesa, recupera Gotti e Clavero e se li porta dietro andando a riprendere anche Pantani. Poi stacca tutti e continua la sua cavalcata solo. Guadagnerà 1’47” in una quarantina di chilometri nei confronti del terzetto scoprendosi il discesista contemporaneo più forte in assoluto. Chi diceva che la discesa non creava grandi distacchi ha dovuto ricredersi. Al termine della tappa: maglia rosa a Marco Pantani, Paolo Savoldelli risalirà dalla dodicesima alla seconda posizione a soli 53”. Quello che fino a ieri era un corridore ancora da decifrare, oggi si è scoperto grande protagonista per grandi giri.
Il resto del Giro è un continuare a stringere i denti per perdere il meno possibile dal padrone della corsa: Marco Pantani. Il giorno dopo ad Oropa il pirata si inventa l’ennesima prodezza da campione recuperando ben 49 ciclisti nei chilometri finali in seguito ad un salto di catena. Savoldelli pagherà 49” giungendo settimo. Qualche giorno più tardi, nella cronometro di Treviso, il neo falco arriva secondo nella cronometro vinta da Gotchar e si riporta a 44” di ritardo su Pantani. Da quel momento, comincerà il lungo show di Pantani nei tanti arrivi in salita. A Savoldelli non rimane che limitare i danni: 2’46” sull’Alpe di Pampeago e quasi 2’ a Madonna di Campiglio.
Sabato 5 Giugno succede quel che succede, Savoldelli potrebbe partire con la maglia rosa addosso dopo che Pantani è stato fatto fuori, ma non lo farà, dimostrando grande sportività.
Il Giro, comunque, non lo avrebbe vinto lo stesso. Nella tappa del Mortirolo con arrivo all’Aprica il falco è davvero al lumicino delle forze. Un Giro d’Italia corso oltre i propositi gli fa perdere in una sola giornata oltre quattro minuti da Ivan Gotti che trova in Gilberto Simoni e Roberto Heras i compagni ideali accumulare minuti di vantaggio e vestire la maglia rosa a Milano.
Savoldelli coglie quindi un meritato secondo posto in uno dei Giri più duri della storia. Ed ora in molti si aspettano grandi cose da questo lombardo capace di resistere in salita, dominare le discese e cavarsela molto bene anche a cronometro. Si parla già di Tour de France.

...continua

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