giovedì 2 aprile 2009

Jan Ullrich, l'antitedesco

Oggi ho voglia di parlare di un corridore che tutti conoscono bene e che da qualche anno è uscito di scena, dalla porta posteriore.
Jan Ullrich, nato a Rostock il 2 Dicembre 1973, ex Germania dell’Est. Un ragazzo prodigio che si avvicina al mondo del ciclismo quando Fignon e Lemond si sfidavano a suon di secondi al Tour de France.
Il 1993 all’epoca fu un anno di sorprese, che però diceva ben poco. Rivedendo oggi come andarono le cose, fu l’inizio, forse ancora precoce, di un’era che di lì a qualche anno sarebbe esplosa.
Si proprio così, ai campionati mondiali di Oslo due futuri campioni si fregiano della maglia iridata. Mentre Lance Armstrong vince il Mondiale professionistico andando a sconfiggere i grandi, Jan Ullrich non ancora ventenne vince il Mondiale dilettanti.
Prima di passare professionista, Ullrich corre un altro anno tra i dilettanti ottenendo il terzo posto al primo Campionato del Mondo a cronometro, edizione nella quale partecipavano sia professionisti che dilettanti.
I risultati parlano chiaro e la Telekom non se lo fa sfuggire ingaggiandolo nel 1995. Il ragazzo dimostra doti naturali di passista propenso alle prove contro il tempo. A 21 anni vince il campionato nazionale a cronometro e partecipa alla Vuelta di Spagna.
Nel 1996 la Telekom punta tutto su Bjarne Rijs e Ullrich dovrà essere un suo gregario senza velleità di alcun tipo. Ma al Tour de France che decreta la fine dell’era Indurain, non appare solo la forza di Rijs ma anche quella del suo “gregario”, il quale rimarrà sempre con i primi ritrovandosi addirittura secondo nella generale il giorno prima dell’ultima cronometro. L’indomani, Ullrich vincerà la crono di Saint Emilion sconfiggendo per 56” poco di meno che Indurain e guadagnando sulla maglia gialla (Rijs) ben 2’18”  terminando a Parigi con soli 1’41” di svantaggio dal primato.
Il fatto non passò inosservato, di fatto Rijs si era salvato all’ultimo minuto, risultando comunque il più forte del Tour 1996.
Già dal 1997 le cose cambiano, la Telekom da le spillette di seconda punta a Ullrich, pensando bene di farlo muovere in caso di flop da parte di Bjarne Rijs.
A Giugno “Ulle” vince il campionato nazionale su strada e a Luglio parte con il pettorale numero 8 in un Tour che gli strizza già l’occhio.
A Loudenville (9° tappa) corre da padrone curando le ruote di Pantani e Virenque, i due scalatori più pericolosi.
Il giorno successivo ad Andorra, diventa unico capitano in casa Telekom. Stacca tutti sull’ultima salita e vince con oltre un minuto di vantaggio su Pantani e Virenque, gli unici in grado di avvicinarsi al campione tedesco.
La cronometro di St Etienne è il ko definitivo agli avversari, Pantani si difende perdendo 3’42”, Virenque 3’04” conferma il secondo posto mentre Rijs perde 3’08” scivolando ad oltre otto minuti di svantaggio nella classifica finale.
Quando cominciano le Alpi, Ullrich ha già il Tour in tasca, viene sconfitto da Pantani sull’Alpe d’Huez e a Morzine, lascia vincere Virenque a Courchevel e consolida il vantaggio nella cronometro finale di Disneyland.
La vittoria è netta, oltre nove minuti inflitti a Virenque, oltre quattordici a Pantani e un quarto d’ora a Olano, questi i numeri di un Tour a senso unico. Qualcuno già scrive che siamo di fronte a qualcosa di imbattibile e difatti in quell’Estate di dodici anni fa, un po’ tutti eravamo di questa idea.
La stagione del tedesco non è finita, dopo la maglia gialla, va e vince la Classica di Amburgo dimostrando doti anche nelle corse di un giorno.
E’ il grande atteso per l’anno 1998 ma cominciano a manifestarsi le prima lacune di poca professionalità verso il ciclismo. Forte quanto volete ma anche indisciplinato, ben presto Jan Ullrich diventerà l’antitedesco in persona.
Sovrappeso si presenta al Tour come l’uomo da battere. La vittoria finale per molti è già scontata visto il percorso non durissimo e a favore dei passisti.
Nel Tour dello scandalo Festina, Ullrich sembra comunque quello di sempre andando a vincere la cronometro di Corréze e racimolando minuti importantissimi nei riguardi degli avversari più pericolosi.
Ma quando cominciano i Pirenei, non sembra quello dell’anno precedente e già da Luchon (10° tappa), comincia a perdere 23” da Marco Pantani. Pochi ma sicuramente allarmanti se contiamo che non era certo una tappa durissima.
A Plateau de Beille la situazione comincia a vacillare, Pantani attacca nella salita finale e Ullrich arranca arrivando all’arrivo con 1’40” di ritardo.
Arrivano le Alpi e in una giornata da lupi, succede l’impensabile. Ullrich ha una crisi sul Galibier, Pantani se ne accorge e lo attacca a 45 km dal traguardo facendolo capitombolare definitivamente. All’arrivo il distacco del tedesco sarà di quasi nove minuti.
Vince la tappa successiva (Albertville) attaccando Pantani in salita senza staccarlo, guadagna poi 2’35” nella cronometro di Le Creusot riportandosi secondo nella classifica a 3’21” di svantaggio.
Ad un anno di distanza una situazione non capovolgibile è invece capovolta, Ullrich si è rivelato battibile anche grazie alla sua poca professionalità e alla inesperienza dell’età.
Tutto è dunque rinviato all’anno successivo. La sfida è annunciata: Pantani vs Ullrich. Ma questi due non prenderanno mai il via del Tour 1999.
Il tedesco cade al Giro di Germania e deve dire addio ai sogni di rivalsa. Ritorna in vista della Vuelta a Espana dove vince due tappe conquistando la classifica generale. L’obiettivo stagionale sono comunque i campionati mondiali di Verona. Vince la prova a cronometro e coglie un ottavo posto nella prova in linea rilanciando per un 2000 tutto proiettato in funzione del Tour de France.
E’ l’anno della sfida a tre: Pantani vs Ullrich vs Armstrong. Tra i tre il migliore sembra Armstrong che nella decima tappa che fa arrivo ad Hautacam, stacca tutti i principali big rifilando oltre tre minuti a Ullrich e cinque a Pantani.
Nei giorni successivi, l’attenzione si sposta sulla sfida tra Pantani ed Armstrong, Ullrich diventa un semplice comprimario che in ogni tappa di montagna è destinato ad arrivare attardato dagli altri due. Così succede sul Mont Ventoux, a Briancon e a Courchevel, poi, dopo il folle volo di Pantani nella tappa dello Joux Plane, il tedescone sfrutta la prima cotta dell’americano in maglia gialla staccandolo e guadagnando oltre un minuto e mezzo sul traguardo di Morzine. A Parigi sarà secondo a 6’02” da Armstrong.
Il riscatto arriva di li a poco, alle Olimpiadi di Sydney. Conquista l’argento nella prova a cronometro ma vince soprattutto l’oro nella prova in linea precedendo i compagni di team, Vinokourov e Kloden. La stagione è salvata.
Nel 2001 partecipa per la prima volta al Giro d’Italia. La sua partecipazione è impostata come allenamento in vista del Tour de France e difatti lo vedremo raramente nelle prime posizioni.
A Giugno vince per la seconda volta il campionato nazionale in linea e a Luglio si presenta al Tour finalmente preparato a puntino. Troverà sulla sua strada di nuovo un Lance Armstrong marziano che lo staccherà sia in salita che a cronometro senza segni di cedimento. A Parigi il conto è sempre lo stesso, secondo a 6’44”.
Sono passati ben quattro anni dall’ultima vittoria del Tour de France. A quel tempo Ullrich era visto come un ciclista imbattibile, oggi invece, pur rimanendo un fuoriclasse, ha trovato sulla sua strada il vero corridore imbattibile: Lance.
A differenza di Armstrong, però, Ullrich onora il calendario e a fine anno, dopo aver vinto il Giro dell’Emilia, trionfa per la seconda volta nel campionato del Mondo a cronometro, disputatosi a Lisbona.
Comincia da qui una parentesi amara che poteva essere evitata con un briciolo di testa in più. Rimasto lontano dalle corse a causa di un problema al ginocchio, Ullrich verrà poi trovato positivo alle anfetamine, assunte al di fuori dell’attività sportiva. Arriva la squalifica da scontare fino al 23 Marzo 2003, quindi, la chiusura del contratto con la Telekom, sua squadra per otto stagioni di fila.
Ritornato durante la primavera del 2003 con il Team Coast (divenuta ben presto Bianchi), senza grandi pretese si presenta al Tour dove di giorno in giorno si riscopre campione.
Febbriciante, perde 1’24” da Armstrong sull’Alpe d’Huez ma nella 12° tappa, cronometro di Cap Decouvertè, stravince guadagnando 1’36” sul texano e ritornando sotto nella classifica generale. Non vinceva una tappa al Tour dal 1998.
Sui Pirenei si consuma il duello ristretto. Ad Ax 3 Domaines il capitano della Bianchi guadagna altri secondi, non abbastanza per far cadere dal trono Armstrong il quale, puntualmente, va a vincere a Luz Ardiden distanziando Ullrich di 40” importantissimi in vista dell’ultima cronometro, dove la situazione non cambia. A Parigi Ullrich è ancora secondo ma questa volta solo di un minuto e un secondo. Tutto è rinviato all’anno seguente.
Nonostante Armstrong si sia mostrato battibile, le cose non cambiano come molti pensavano. Ullrich ritorna al T-Mobile (ex Telekom) vincendo il Giro di Svizzera e apparendo come il grande rivale del texano.
Ma al Tour, Armstrong si dimostra più competitivo dell’anno precedente e Ullrich affonda già dal primo arrivo in salita a La Mongie (12° tappa), dove perde due minuti e mezzo. Nelle tappe successive, continuerà ad accusare ritardo su Armstrong dimostrandosi addirittura meno competitivo del compagno di squadra Kloden, il quale, a Parigi coglie un secondo posto, mentre Ullrich deve accontentarsi di un mesto quarto posto a quasi nove minuti dalla cima.
Tutto rinviato, come sempre, all’anno successivo. 2005, otto anni dopo la vittoria al Tour, Ullrich si ripropone più come nome che non come garanzia.
La prima umiliazione arriva nella prima tappa, la cronometro di Noimoutier: viene raggiunto e superato dal texano, perdendo un minuto.
A Courchevel, primo arrivo in salita, il tridente T-Mobile si squaglia, Vinokourov perde oltre cinque minuti mentre Ullrich e Kloden rimediano 2’19” dall’ormai diecimila volte citato Lance Armstrong.
Sui Pirenei, Ullrich si riprende ma scopre di non essere più l’avversario principale di Armstrong. Ora c’è Ivan Basso, già visto in gran spolvero l'anno precedente ma che quest’anno si è avvicinato ulteriormente alla maglia gialla.
Ullrich deve limitare i danni e a Parigi arriva terzo a 6’21” dal rivale americano che annuncia il ritiro, aprendo probabilmente nell’animo del tedesco, una spirale di speranza nella conquista del Tour 2006.
Senza Armstrong i più attesi per la stagione seguente sono Ivan Basso e appunto Jan Ullrich. Quest’ultimo ritorna al Giro d’Italia per la seconda volta, in funzione del Tour de France.
Al Giro vince la prima cronometro sconfiggendo Ivan Basso e facendo la voce grossa in vista della Grande Boucle. Si ritira ai piedi del San Pellegrino e a Giugno vince nuovamente il Giro di Svizzera, dimostrandosi in gran forma. Alla vigilia del Tour, Ullrich e Basso vengono implicati nell’Operacion Puerto. Viene quindi escluso dall’organizzatore della corsa francese, sospeso dalla squadra e in seguito licenziato.
Durante il periodo dell’inchiesta, Ullrich si dichiarerà sempre estraneo alla vicenda, fino al 26 Febbraio 2007 quando annuncia il ritiro dal ciclismo, decisione che rimarrà tale nonostante i recenti ritorni di vari rivali quali Basso, Vinokourov ed Armstrong.
Per la cronaca, Jan rientra tra i corridori che hanno vinto tappe in tutti e tre i grandi giri (Giro, Tour, Vuelta), inoltre, in otto partecipazioni al Tour è salito sette volte sul podio, una volta primo, cinque volte secondo e una volta terzo, peggior risultato un quarto posto e scusate se è poco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Jan Ullrich grande ciclista e sulla vicenda Operacion Puerto per me non doveva essere persequitato. E' tutto da dimostrare l'operato del "ginecologo" Fuentes.