mercoledì 29 aprile 2009

La caduta degli dei

Rebellin positivo alle Olimpiadi di Pechino: CERA (non per pavimenti)
"Per me questa medaglia è la rivincita del ciclismo pulito. Spero di essere un esempio per tutti i giovani, dimostro che si ottengono risultati con il sacrificio e con tanto allenamento e non con il doping"
Davide Rebellin, Pechino 2008
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Cari professionisti, l'esempio non sarete mai voi. L'esempio è ben altro, l'esempio non ha bisogno di palcoscenici, vittorie o premi, l'esempio ha semplicemente bisogno di lealtà e pulizia.

2 commenti:

Shaka di Virgo ha detto...

Che i ciclisti amatori siano meno controllati e alcuni più bombati, è sicuramente un dato di fatto, d'altra parte le pecore seguono l'esempio che da sempre il mondo professionistico tira avanti: il doping.
E sono fermamente sicuro che TUTTI i ciclisti professionisti di alto livello(ma anche non) assumono sostanze dopanti, chi più chi meno. C'è chi è più furbo e chi no, c'è chi usa sostanze scientificamente (attualmente) troppo sofisticate per l'antidoping e chi ricorre ancora all'uso del CERA, doping ad oggi antico se contiamo che Armstrong usò una sostanza analoga per vincere il Tour del 1999.
Tutto questo per dire che il doping è sempre un passo davanti all'antidoping e le squadre di grande potere lo sanno e lo sfruttano, passando indenni. Riccò, Sella, Rebellin, Schumacher, Kohl, Piepoli sono tutti corridori caduti in disgrazia solo ed esclusivamente perchè non supportati dai giusti stregoni del pedale.
Ogni vittoria è un dubbio.
Rebellin figlio dell'era maledetta? Mah, conta poco dal momento che tutti i Ds provengono da quella scuola e tutt'ora istruiscono le giovani leve (non ultima la flotta di Rijs).

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Ho parlato proprio di esempio nel mio editoriale mensile.
Grazie a Shaka per l'ispirazione.