lunedì 13 aprile 2009

Parigi-Roubaix: oltre un secolo di storia

Ieri si è corsa la mitica Parigi-Roubaix, monumento del calendario ciclistico internazionale. Gara durissima per le condizioni avverse del tracciato, stracolmo di pavè e dal chilometraggio davvero lungo e adatto a pochi. Non sono un grande amante delle classiche del Belgio, però penso siano sicuramente spettacolari e hanno quel qualcosa di storico e antico.
I re della Parigi-Roubaix sono stati molti, nata nel 1896, ha vissuto tutti i decenni del ciclismo diventando negli anni quaranta e cinquanta bottino dei grandi: Van Steenbergen, Coppi, Bobet. Erano i tempi in cui chi andava forte nei grandi giri, riusciva a ben figurare anche nelle classiche che oggi sono viste solo ed esclusivamente piatto prelibato per passistoni di grossa stazza.
Van Looy la vinse tre volte prima del successo di Felice Gimoni del 1966, quindi l’onda Merckx (tra successi) e soprattutto Roger De Vlaeminck unico e per ora irraggiungibile nell’impresa di vincerla ben quattro volte (’72-’74-’75-’77). Chissà se Boonen riuscirà a eguagliarlo e superarlo nelle prossime stagioni.
Tra gli italiani più forti in questa corsa, impossibile non menzionare Francesco Moser, vincitore tre volte di fila dal ’78 al ’80.
Con l’avvicinarsi del ciclismo moderno, è diventata una corsa per specialisti del pavè, lontani i ricordi di un improbabile successo di Bernard Hinault che poi divenne realtà a discapito di molti, uno degli ultimi uomini da grandi giri, insieme a Sean Kelly, a conquistare la tremenda corsa.
Negli ultimi vent’anni i vincitori sono stati tutti uomini da corse di un giorno, grandi passisti come il francese Duclos-Lassalle, lo “zingaro” Tchmil, gli italiani Ballerini e Tafi, Van Petegem, il leone delle Fiandre e per ultimo il suo erede, Tom Boonen, capace di vincerla tre volte.
La lista di nomi sarebbe troppo lunga, ne ho citati solo alcuni ma tutti coloro che hanno vinto la Parigi-Roubaix sono diventati la storia del ciclismo.

1 commento:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Roubaix a parte, a volte mi salta all'occhio come certe corse nel nord abbiano strade che per le nostre gare sarebbero considerate indecenti o pericolose perché strette.
Potenza della storia?